Un’intervista ad Arrigo Sacchi, un po’ volubile, sul Mattino: «Questa squadra non deve cambiare niente, ma non può fare proclami per lo scudetto».
L’intervista al Mattino
Arrigo Sacchi ammonisce il Napoli. Forse bonariamente, forse no, fatto sta che i proclami di scudetto non vanno giù all’ex ct della nazionale e allenatore del Milan. Che, in un’intervista a Il Mattino, fornisce la sua versione tattica ed emotiva della situazione di Sarri e dei suoi: «Sbagliato parlare di scudetto. Che storia hanno, i calciatori del Napoli, per poter dire una cosa del genere? Non mi pare checi siano giocatori del Napoli con un pedigree di successi nazionali o internazionali vistosi».
L’anno scorso
Il finale dell’anno scorso dovrà pure portare un po’ d’entusiasmo: «I calciatori del Napoli non devono giocare con l’ansia di dover vincere. Non possono pensare che il mancato arrivo di una vittoria sia un fallimento. Ai calciatori va chiesto di dare il massimo, devono farlo con la stessa disponibilità degli ultimi mesi di campionato. Mettere pressione è un errore imperdonabile».
Eppure Sacchi ha sempre esaltato questo Napoli. Negli ultimi due anni, sono stati tanti i commenti e gli articoli (scritti sulla Gazzetta, ad esempio questo) a sostegno di questo tipo di progetto. L’ex ct, probabilmente, è diviso tra la lettura affascinata di un progetto tecnico affascinante e la necessità della vittoria tipica del movimento italiano. Si percepisce questo atteggiamento duale, leggendo.
Il commento di Sacchi «Vero, ho sempre difeso il Napoli. È protagonista sempre, gioca a tutto campo e per 90 minuti. Ha una squadra che difende e attacca collettivamente, che alimenta i propri ragazzi con il possesso palla e con il pressing. Ma non basta, perché la Juventus sa come fronteggiare i momenti di difficoltà. Il Napoli, appena molla un millimetro nel gioco e nella concentrazione, non sa che fare. E questo perché non ha i top player della Juventus. Il nostro calcio pretende la vittoria, in qualsiasi modo. Il Napoli non ha Maradona e Careca, non so da dove possa arrivare tanta euforia. Che può essere controproducente».
Questione di investimenti
I soldi (delle altre): «Al Napoli sono bravi, ma negli altri club non sono scemi. Il Napoli ha ragazzi interessanti, che grazie alla società e all’allenatore sono diventati ottimi giocatori che però difettano di esperienza, di personalità.Ma appena intoppano, hanno poche soluzioni, la Juventus ha soluzioni a gioco fermo, su calcio d’angolo, su palle alte… L’unica cosa che si può chiedere e pretendere è che diano il massimo. La Juve ha l’obbligo di vincere, non certo il Napoli».
Di nuovo la volubilità, tra il lavoro sul campo e i campioni: «Io non dico che il Napoli non possa vincere lo scudetto, dico che non può porsi questo traguardo come un obiettivo. Perché Mertens, Callejon, Insigne sono campioni ma non top player».
Sarri ha ragione, dunque? «Ma siete seri? Ha preso due calciatori che non sono Chiellini o Mandzukic».
De Laurentiis
Eppure, il presidente ha ragione: «De Laurentiis fa bene, è corretto. Ma non può chiedere la vittoria spendendo meno degli altri, meno corretti perché spendono più di quel che hanno. I divari non sono cambiati, la Juve ha i calciatori più forti e i giovani più promettenti, il Milan ha cambiato tanto ma noi vincemmo il primo scudetto rossonero con otto calciatori nuovi».
Anche Insigne rientra in questo discorso di limitatezza caratteriale: «È un grande talento, ma tenga la testa salda. Non è abituato ad avere pressioni».
Poi, di nuovo la volubilità: «Il Napoli non deve cambiare niente. Gioca un calcio che mi emoziona, crea divertimento. La bellezza, la gioia. Sono valori veri».