«Tattici sempre, tatticisti mai», scrive il Corriere della Sera. Che celebra uno stile di gioco e la dimensione internazionale di un Napoli che si riconosce nei grandi paragoni.

Suggestioni di gioco
«La forza di una squadra è raccontata anche dai paragoni in cui la si coinvolge. Sul Napoli, dopo lo scintillante trionfo nel playoff di Champions contro il Nizza, se ne stanno sentendo due più frequenti, anche Oltreconfine: il Barcellona di Guardiola e il Milan di Sacchi». Inizia così, in modo abbastanza suggestivo, l’articolo che il Corriere della Sera dedica al momento di grande entusiasmo intorno al Napoli, dopo il passaggio del playoff di Champions League. La squadra di Sarri ha offerto una prova di forza, ha espresso un gioco convincente, spettacolare, lontano dalla tradizione italiana.
Talmente lontano da rientrare nel filone «delle grandi rivoluzioni». Quella guaerdiolista e quella sacchiana, appunto. Questi i motivi: «Il primo, si capisce, è per il gioco di palleggio, l’alta qualità tecnica complessiva, il disinteresse verso l’esasperata fisicità di questa epoca calcistica e il recupero palla alto/altissimo. Filosoficamente parlando, il sarrismo si può inserire in questo filone. Sacchi – che pure condivide alcuni di quei dettami tattici – è citato invece per l’ideologia riassumibile nel famoso “andare all’estero e imporre il proprio gioco”».
Arroganza
Per questo il titolo e il pezzo parlano di “arroganza del sarrismo”. «Tattici sempre, tatticisti mai», si legge ancora. Tanto da azzardare l’ipotesi che il calcio prodotto da questo Napoli sia più adatto al contesto della Champions rispetto a quello della Serie A. Che, non a caso, finisce per essere vinta da sei anni da un gruppo con ideologie di fondo completamente diverse.
Secondo il Corsera, questo è un altro segnale importante che nasce dal Napoli. Il fatto che ci sia un dibattito sull’adattabilità di un certo stile di gioco a vari ambienti «ci sta restituendo il gusto di parlare di pallone in purezza».
L’ultima parte del pezzo spiega cosa c’è da migliorare (percentuale di realizzazione e tenuta difensiva) e lancia un’altra suggestione. Sarri “chiama” il Man United al sorteggio, e anche questa è controcultura. Leggiamo perché: «Quello che altri vorrebbero evitare, il Napoli del sarrismo lo cerca: per reggere certi paragoni è rimasta l’unica via possibile». Insieme alla vittoria, che ormai è un obiettivo per questa squadra. Non si scappa.