Ieri ero fiducioso, oggi sono euforico. Senza quel “cheese” dalla faccia, Jorginho sarebbe perfetto
Il mio Nizza – Napoli 0-2
– Alla vigilia ero molto fiducioso, ma la realtà ha superato di gran lunga il mio ottimismo.
– Bisognava dare un senso agli 86 punti, alle goleade, alle 95 reti realizzate, alla bellezza e al circo dello scorso campionato. Bisognava ridurre al nulla quel retropassaggio infame del capitano a Sassuolo e rimarginare le ferite ancora sanguinanti dei fischi a Insigne, del “Michu perché non ha tirato?” e dello scontro fratricida tra Maggio e Brivitos a Bilbao.
– Sì, la qualificazione è un premio meritato per quello che è stato il percorso dei nostri ragazzi nei mesi passati. L’estetica ha dato i suoi primi frutti della stagione. E il pensiero che questa meraviglia avrebbe potuto calcare di nuovo i campi polverosi del Cracovia, del Viktoria Plzen o di Brugge, piuttosto che Londra, Parigi o Madrid, mi è sembrato un autentico delitto.
– E pensare Insigne, Hamsik e Kulì sconsolati davanti al televisore mentre assistono alle performance di Juan Jesus, Fazio e Gonalons contro Ronaldo, Neymar e Lewandoski, mi è sembrata una strage.
– Il Nizza alla fine è stato sfortunato. Non sul campo, ma nel sorteggio. Probabilmente alcune squadre inferiori si ritroveranno nei giorni di Champions al posto suo, ma la differenza con gli azzurri è stata abissale, come una pallina di ping pong di fronte a una mongolfiera, certificata dai 180 minuti più a senso unico della storia.
I big del Nizza non hanno lasciato un segno
– I tanto attesi big, assenti nella gara del San Paolo, non hanno lasciato un segno che sia uno. Sneijder, scartato persino da Giampaolo e da Specchia, non ci ha mostrato nemmeno l’ombra, mentre si parlerà di Balotelli, che in rossonero contro il Napoli ha sempre versato lacrime e pigliato mazzate, solo perché è riuscito nell’impresa di uscire dal campo a causa del suo braccialetto proprio mentre la squadra subiva il gol di Calle. Roba che non si vede più nemmeno la domenica mattina nelle partite miste ai campetti comunali.
– Dante, che non aveva sfigurato nella gara a Fuorigrotta, ieri è stato letteralmente scimunito da Mertens. Seri, cercato dal Barcellona, da ieri è la prima scelta della Fidelis Andria e Walter sarà ricordato, non per i piedi, ma per la pronuncia partenopea Ualtèr che gli hanno affibbiato i telecronisti.
– Non sapremo mai qual è il reale valore di questo Nizza, perché il Napoli non gli ha permesso di scoprirlo, essendo stato troppo superiore per tutto il campo e in ogni momento della partita.
Favre ha pensato prima a non prenderle
– Ero fiducioso perché in trasferta diamo il meglio, perché il Nizza ha la attuale esperienza europea della Ternana e perché le squadre che decidono di affrontarci e di attaccare, o sono costretta a farlo, inevitabilmente lasciano spazi alle spalle della propria difesa. E il Napoli, in queste situazioni, è devastante.
– In realtà non è andata proprio così. Favre avrà avuto i miei stessi pensieri e un po’ perché costretto dalla personalità del Napoli, un po’ per scelta, alla fine si è ritrovato a giocarsi la speranza di qualificarsi, cercando prima di tutto a non prenderle.
– Alla luce di ciò che abbiamo visto (ammirato), la tattica del mister probabilmente si è rivelata giusta perché con un atteggiamento più spregiudicato, forse sarebbe tornato a casa già nei minuti iniziali, depresso e con una goleada sul groppone. Invece così, sarà tornato solo depresso.
Chiedete a Dante di Mertens
– Non riesco a trovare qualcuno del Napoli sotto la sufficienza. Hamsik forse è quello meno in condizione, ma alla fine è un suo perfetto assist a sbloccare la partita.
– Reina, lasciato solo dagli avversari, dai compagni e dai fotografi, avrebbe voluto dimostrare di essere in forma ed affidabile. Non gliene hanno dato la possibilità, se non nel finale a cose ormai fatte.
– Kulì ha bruciato Balotelli, senza commettere falli e Albiol lo ricordo solo ad impostare perché quasi mai impegnato in disimpegni difensivi. Hysaj e Ghoulam si sono mossi come due elastici e Allan ha consumato il suo ultimo polmone poco prima di uscire.
– Calle, che ha marcato il vantaggio, ha fatto il suo solito gioco di equilibrio nascondendosi e riapparendo e Insigne, che spesso abbiamo ritrovato nella zona di Hysaj, è riuscito a mettere il sigillo dopo qualche occasione sprecata.
– Per Mertens, non al 100%, chiedere a Dante. Se è in grado di rispondere.
Senza quel “cheese” dalla faccia, Jorginho sarebbe perfetto
– Il migliore: io voto Jorginho. Non è Pirlo, ma come lui ha la capacità unica di farsi trovare sempre a non più di 2 metri dal compagno e a non meno di 4 metri dall’avversario. Se si togliesse pure quel sorriso “cheeese” dalla faccia, sarebbe perfetto. E forse somiglierebbe anche di più al fenomeno italiano.
– Dopo questo risultato ottenuto che ci proietta per il secondo anno consecutivo nel calcio che conta, il ringraziamento va a Sarri, principale artefice di tale prodigio, che ha reso questa squadra più forte e consapevole, andando a dominare in trasferta in Europa in una partita da dentro o fuori. Cosa assai rara per noi e non solo per noi.
– Un ringraziamento inoltre va al presidente che, a differenza di club molto più ricchi e potenti, ha creduto in lui portandocelo qui. E più in generale, per aver costruito e consolidato una rosa che oggi può competere, con la certezza di non sfigurare, contro le squadre più forti d’Europa.
– Infine un ringraziamento particolare a Perotti senza il quale ieri non avremmo avuto questo supplemento di goduria. E un minuto di raccoglimento per coloro che hanno scelto una vacanza, una cena o una donna invece della meraviglia a cui invece noi abbiamo assistito.
– Ieri ero fiducioso, oggi sono euforico.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata