Dovremmo credere che il Psg – che ha speso 220 milioni per Neymar e 180 per Mbappé – si sia arreso di fronte all’amore. Preferiamo di gran lunga Mario Merola.
La mozione degli affetti
A leggere in giro, il copione prevede che dovremmo emozionarci. Farci venire le lacrime agli occhi e credere alla mozione degli affetti. La famiglia Reina si è commossa per l’affetto dello stadio San Paolo – ieri 35mila spettatori – e il portiere spagnolo ha rinunciato non si sa a cosa e ha deciso che resta a Napoli. Come, lo scriviamo en passant, prevede il suo contratto ben remunerato.
Il terremoto di Ischia
La domanda è: perché Napoli ritaglia per sé sempre questo ruolo? Per quale motivo? Non lo sappiamo. Eppure noi mica non vediamo gli effetti di Napoli nel resto d’Italia? Mica non ce ne siamo accorti che il terremoto di Ischia è sparito dalle cronache nazionali appena il “dagli all’abusivismo” è stato surclassato dalla clamorosa figuraccia dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia? Il luogo comune che viene indossato per Napoli improvvisamente non è più buono. Il padre di famiglia che se la prende con lo Stato per non avergli condonato la casa di Casamicciola non è più quello che serve. Ahiloro è stato superato dagli eventi. Si è scoperto che l’epicentro era vicinissimo alla sua casa e che è un miracolo che tante altre abitazioni – bravi questi abusivi! – sono rimaste in piedi.
Il ricco Psg si è arreso davanti all’amore
Ce ne accorgiamo sì. Ci accorgiamo di tante cose. Perciò ci incazziamo come bestie quando la gran parte dei nostri concittadini sembra bersi la favoletta di Reina che rinuncia ai soldi per amore di Napoli. Dovremmo berci che il Psg ha rinunciato alla sua offerta di fronte alla forza dell’amore. Il Paris Saint-Germain. Lo stesso Psg che quest’estate ha piazzato i due colpi più cari del calciomercato di tutti i tempi. Ripetiamo: di tutti i tempi. 220 milioni per Neymar e 180 (che pagheranno il prossimo anno solo per motivi che attengono al fair play finanziario) per Mbappé. Eppure, guarda un po’, il Psg rinuncia al portiere che aveva immaginato per il prossimo anno.
Il ruolo di Deciocavallo
La domanda è: perché dobbiamo recitare il ruolo dei coglioni? Per quale motivo? Non ci eravamo ritagliati il ruolo di furbi nella storia? E invece pare che adesso siamo i signor Deciocavallo. Ci stanno vendendo la fontana di Trevi e dobbiamo far finta di emozionarci.
Più banalmente, Reina ha un anno di contratto col Napoli e lo rispetterà. Perché non ha altra scelta. Il pallino non era in mano sua. A noi sta bene, per carità, non stiamo discutendo il valore del portiere. Non sappiamo se l’offerta del Psg fosse vera. Se c’è stata, non è stata di quelle impossibili da rifiutare. E infatti il Napoli l’ha rifiutata. Tutto qua.
Sappiamo che in un settimana il quotidiano sportivo L’Equipe lo ha citato due volte: una in una riga, una, nell’ambito di un articolo elogiativo del portiere Areola; e l’altra in un box di venti righe per dire che non si sarebbe mosso da Napoli. In un quotidiano di pagine e pagine dedicate a Neymar, Mbappé, Cavani e anche Dembele.
Noi del Napolista siamo abituati a recitare questo ruolo di napoletani ingrati, napolesi (una delle accuse peggiori: napoletani milanesi) o addirittura juventini. Ovviamente al soldo del nostro padrone. Perché per tanti lettori è inconcepibile avere un pensiero diverso, riescono a spiegarselo soltanto in cambio di emolumenti. Del resto, ciascuno immagine il mondo a propria immagine e somiglianza. Senza bisogno di scomodare Protagora di Abdera.
Concludiamo dicendo che noi preferiamo di gran lunga le sceneggiate di Mario Merola, buonanima, professionista vero, che ha emozionato napoletani (e non solo) di tutto il mondo. E che tifava per il Napoli. Veramente.