Alle spalle di Zeman / Dopo il 3-0 3-3 col Frosinone, lo 0-2 2-2 contro la Salernitana visibilmente vulnerabile e con un allenatore in discussione
Il ritorno di Sdengo a Salerno
Giornata caldissima, a Salerno, per il ritorno all’Arechi di Zeman. Proprio qui Sdengo, 15 anni fa, fu artefice di una grande vendetta sul Napoli di Ferlaino e Corbelli, 3-1 il risultato per i granata che però non riuscirono nell’impresa promozione in A. Rapporto non finito benissimo quello tra il maestro di Praga e Salerno, ma lo stadio gli riserva una calorosa standing ovation meritata per tutto quello che il mister rappresenta nel calcio. Novità di formazione per Bollini che schiera il suo 4-3-3 con due terzini nel tridente offensivo, e per Zeman che lascia in panchina Benali.
Il credo zemaniano
Il Pescara parte subito all’attacco e incarna perfettamente il credo zemaniano, producendo gioco veloce per catene laterali, e i gol a porta vuota sono l’espressione massima del calcio boemo. Purtroppo la mancanza di esperienza e cattiveria portano la squadra a fallire una vittoria ampiamente alla portata, subendo la seconda rimonta consecutiva. Mancato lo 0-3, la squadra ha smesso di giocare e ha lasciato campo agli avversari.
“Troppa superficialità e inesperienza”
Il 2-2 finale va ovviamente stretto a Zeman e al suo Pescara: “Troppa superficialità e inesperienza ci ha puniti” ci dirà nel post partita, dicendosi comunque soddisfatto per la prestazione, anche se a me resta la sensazione di aver fatto un passo indietro nella gestione del risultato, passando da una brutta vittoria ad un bruttissimo pareggio, contro una squadra con l’allenatore (Bollini) in forte discussione e visibilmente vulnerabile. Nel postpartita, ha parlato anche il presidente Lotito, che con noi ha parlato del calcio di Zeman.