Il Napoli perde 2-1 in casa dello Shakhtar. Nessun dramma, però è un campanello d’allarme. La partita cambia con l’ingresso di Mertens. Male Hamsik e Zielinski
Sarri cattivo profeta
Il Napoli affonda in Ucraina. Prima sconfitta stagionale per la squadra di Sarri che era stato cattivo profeta ieri in conferenza stampa. «Se continueremo a cominciare giocare nel secondo tempo, prima o poi ci lasceremo le penne». E infatti, calcisticamente, il Napoli le ha lasciate in Ucraina le sue penne. Sconfitto 2-1 da un buona squadra, lo Shakhtar, nulla di eccezionale ma una squadra ordinata, dotata di buon palleggio e di buona tecnica individuale, capace soprattutto di fare densità in mezzo al campo e di rompere le linee di passaggio a un Napoli che è parso a lungo confuso e che ha atteso l’ingresso di Mertens per cambiare ritmo e produrre qualche accelerazione. Tardi, troppo tardi. Intanto, in Olanda, il Manchester City ha passeggiato e ha vinto 4-0.
I due volti del Napoli
La partita del Napoli ha avuto due volti. I primi sessanta minuti, a ritmo troppo compassato, in cui gli azzurri sono stati imbrigliati dagli avversari e infilati due volte. E poi gli ultimi trenta, senza Hamsik che è stato ancora una volta il primo a lasciare il campo. Sarà anche insostituibile il capitano ma in questa fase gira poco, anche se vanno dette due cose: non è stata la sua peggior partita in questa stagione e al suo fianco non è che Zielinski abbia brillato. Fatto sta che con Hamsik fuori e Mertens dentro si è visto un altro Napoli. Non fantascientifico ma almeno apprezzabile, capace di produrre accelerazioni. Lo Shakhtar non è riuscito più a imbastire azioni pericolose, a parte il palo colpito da Ferreyra su colpo di testa. Che non è poco, sia chiaro.
Mezz’ora non può bastare in Champions
Sconfitta tutto sommato meritata per il Napoli. Mezz’ora può bastare con l’Atalanta, con il Bologna. Non in Champions. Sconfitta che nasce al quarto d’ora del primo tempo, con Srna che serve con un cross basso da destra Ferreyra. L’attaccante argentino di tacco libera Taison che resiste e aggira Zielinski e con un sinistro da fuori area sul primo palo batte Reina. Gli ucraini potrebbero raddoppiare, ancora con Taison lanciato involontariamente a rete da Hamsik con un passaggio sbagliato. È bravo Reina a rimanere in piedi e a evitare che la palla gli finisca sotto le gambe.
Il turn-over
Sarri ha fatto il turn-over previsto, con Zielinski e Diawara in mediana e Milik centravanti. Mertens in panchina. La manovra del Napoli è lenta, prevedibile, anche se non bisogna dipingere il quadro più scuro di quello che è. Qualche occasione è stata creata nel primo tempo e con un pizzico di fortuna, magari non meritata, il Napoli avrebbe potuto pareggiare. Milik si è battuto: non è Mertens, ma la sua partita l’ha giocata. Ha sfiorato il gol di destro al quinto minuto, ed è stato più volte protagonista in area di rigore.
Nella ripresa, il copione non cambia. Il Napoli sfiora il gol con una delle rare incursioni di Hamsik che sfiora il gol di testa. E ancora una volta lo Shakhtar segna alla prima occasione. Cross di sinistro di Stepanenko dalla sinistra, Reina esce a vuoto e Ferreyra segna di testa a porta vuota.
Il Napoli non ha mai avuto il bandolo della matassa
A questo punto il cambio di Sarri: fuori Hamsik, dentro Mertens. Dopo poco, fuori Zielinski e dentro Allan. Mertens entra come al solito con l’argento addosso. Al 70esimo conquista un calcio di rigore con una pregevole giocata in area per fallo di Stepanenko. Milik trasforma. Il Napoli prova a raddrizzarla con la forza di volontà. Tanto ardore, tanto forcing. Ma è lo Shakhtar a rendersi più pericoloso e Ferreyra colpisce il palo. Al Napoli resta un’ultima occasione per Milik.
La partita finisce e la sensazione è che il Napoli non l’abbia giocata. O comunque non l’abbia giocata come sa. Ferrera ha imbrigliato Sarri e gli azzurri non hanno mai avuto il bandolo della matassa. Gli ucraini sono stati bravi a sfruttare le loro occasioni. Cinque tiri in porta: due gol, un palo, una parata bella di Reina nel primo tempo e una sbilenca nella ripresa. Il Napoli non è sembrato in grado di comandare, di imprimere il suo ritmo alla partita.
Nessun dramma, è solo una sconfitta. Ma è certamente un campanello d’allarme, anche considerando le frasi di ieri di Sarri in conferenza stampa. Perché il Napoli non gioca più come vuole il suo allenatore? La domanda è questa, al di là delle considerazioni più ovvie a partita giocata, come ad esempio che oggi senza Mertens non si può giocare. Ma questi sono i giudizi del dopo. Non si può invocare il turn-over e poi lamentarsene. Il Napoli deve esprimere il suo gioco con tutti i titolari in campo. Questo è il real processo di crescita. La domanda fondamentale, al di là dei calciatori impiegati, è quella che abbiamo posto prima.