Sarri in Italia non parla dal 23 luglio, le altre sono state conferenza Uefa obbligatorie. Una linea che lascia ipotizzare dissidi interni
Parla solo nelle conferenze Uefa che sono obbligatorie
Maurizio Sarri resta ancora senza parola. Terza giornata di campionato e terza conferenza stampa saltata da parte dell’allenatore del Napoli. L’ultima sua conferenza, escluse quelle Uefa che sono obbligatorie, risale al 23 luglio scorso. Quando, tra le altre cose, a proposito del mercato disse che il Napoli è di De Laurentiis e che non è suo: «Lui fa le scelte della società e io mi adeguo». Definì una cazzata il Napoli favorito per lo scudetto. «Non cado nel tranello della stampa».
In tanti hanno pensato che il silenzio stampa fosse dovuto al caso Reina, che però adesso è stato superato dai fatti. Invece né Sarri né il Napoli hanno ritrovato la parola. Abbiamo espresso il nostro pensiero qui e abbiamo anche pubblicato opinioni contrarie. Ovviamente il silenzio stampa è un atto di debolezza. Evidentemente il Napoli ha timore di esporsi a critiche, perché emergerebbero tesi in dissenso all’interno della società. Come abbiamo scritto, il silenzio è certamente la strada più efficace una volta appurata l’impossibilità di appianare la conflittualità interna. Non sappiamo però quanto potrà reggere la strada del silenzio. Per ora, l’unico a parlare è De Laurentiis.