Sarri farebbe bene a mettere in discussione qualche dogma, compreso Hamsik. La qualificazione in Champions è ovviamente ancora aperta
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La differenza l’ha fatta la qualità degli avversari
Sono state due trasferte, quella di Bologna e di Donetsk, molto più simili di quanto il risultato finale degli incontri possa far immaginare.
Il Napoli ha giocato male in entrambe le occasioni, ha cercato di raddrizzare la partita nel finale, con molta grinta, ma senza riuscire ad esprimere il proprio gioco.
La differenza l’hanno fatta la qualità degli avversari, lo stato di forma dei singoli e gli episodi, ma identico è stato l’approccio alla gara.
Il discorso Champions
Sarri, nel giorno del ritorno alla parola dopo la fine del silenzio stampa, l’aveva detto: stiamo giocando male e prima o poi ci lasciamo le penne. Così è stato ed è avvenuto nella prima giornata della fase a gironi della Champions League, su un campo difficile, certo, contro i campioni di Ucraina, vero, ma in una partita che era alla nostra portata. Il discorso qualificazione non è compromesso, ma si complica. Il Napoli dovrà puntare tutto sul doppio confronto con il Feyenoord e sul ritorno con lo Shakhtar, sperando di racimolare qualcosa contro il Manchester City, impresa che ora come ora appare fuori dalla nostra portata.
La caccia al colpevole
Le nostre sofferenze tattiche
La sofferenza tattica contro l’Atalanta era stata risolta con il coniglio dal cilindro tirato fuori da Zielinski e grazie all’errore di Gasperini nel sostituire Petagna. Contro il Bologna, invece, ci avevano tirato fuori dai guai Reina (in due occasioni) e la magia di Insigne (oltre che il duplice errore di Masina e Mirante).
Di che si tratta, se non è (come crediamo) preparazione atletica?
Sarri dice che non c’è un problema di preparazione atletica (d’altra parte nessuno è sembrato sulle gambe). Sicuramente non si tratta di problemi nell’apprendimento degli schemi, visto che la squadra è la stessa dell’anno scorso.
Dunque, di che si tratta? Può esistere un problema di logoramento del modulo di Sarri? Possibile che le contromisure prese dagli avversari si siano fatte più efficaci?
La prima giornata di Champions League ha smentito una serie di certezze: ora sappiamo che Dybala è ben lontano dall’essere paragonabile a Messi, che l’Atletico Madrid, che ha dominato per 90 minuti all’Olimpico, non è una banda di picchiatori, ma una squadra che sa giocare al calcio e che il Napoli non ha (più?) il gioco più bello del mondo.
Farebbe bene, dunque, Sarri a mettere in discussione qualche dogma, compreso quello della trascendente presenza di Hamsik nella formazione titolare. Il Mister ne ha fatto, in conferenza stampa, una questione psicologica, con un ragionamento più da assistente sociale che da allenatore. A mio avviso, insistere nello schierare un giocatore in questo momento non all’altezza ha conseguenze nefaste, proprio psicologicamente, sul resto della squadra, sia tra quelli che scendono in campo sia tra quelli che si accomodano in panchina. Temo che anche lo stesso Hamsik difficilmente possa sentirsi gratificato dalla continua ed inevitabile sostituzione al 60° minuto.