Dopo una carriera passata a rincorrere la gloria, l’esterno del Bologna sta rivelando in tutte le sue qualità. Che sembrano fatte apposta per il Napoli di Sarri.
Napoli
Se apri il sito Sportmediaset, nell’infinito (h24, 365 giorni all’anno) rullo di news di mercato, oggi c’è Simone Verdi. E c’è il Napoli, «stregato» dalle qualità del talentuoso esterno offensivo del Bologna. Lo ammettiamo: noi del Napolista ci stiamo ricredendo. Anzi, ci siamo già ricreduti. Quando questa estate scrivevamo dei Zinchenko e dei Denis Suarez vari, ogni tanto veniva fuori il nome di Verdi e ci veniva da storcere un po’ la bocca. Perché parliamo di un calciatore da 25 anni compiuti, incompreso ovunque fino all’improvvisa affermazione di Bologna. Giusto un anno fa. Solo un allenatore era riuscito a farlo rendere in maniera accettabile: Maurizio Sarri, ad Empoli, stagione 2015/2016.
Che poi, però, va sfatato un tabù: Simone Verdi con Sarri era rimasto comunque nel limbo della mediocrità, nel senso che due stagioni da 47 partite da titolare tra Serie B e Serie A (30 di queste nel campionato cadetto) con 6 gol (uno solo nella massima serie, proprio contro il Napoli) non valgono la patente di “grande calciatore”. Tanto è vero che, prima di Bologna, Verdi era transitato da Eibar (Liga spagnola) e Carpi senza fare troppo rumore. E, ad Empoli, Saponara l’aveva panchinato subito dopo il suo arrivo a stagione in corso. Poi Bologna, finalmente, una crescita vera e forte e importante. Fino alla splendida prestazione di ieri sera. Una roba da “grande giocatore”. Una roba che vale il Napoli, eccome.
Statistiche
C’è il gran gol, realizzato da fuori area, col sinistro, ma non è una cosa che fa differenza. Verdi calcia con entrambi i piedi, stessa precisione, senza predilezioni, senza preclusioni. C’è una partita di gran sostanza come uomo di movimento offensivo, una volta qui e una volta lì. tanta qualità in diverse zone del campo. E ci sono le statistiche, che a volte valgono come supporto oggettivo a certi discorsi impegnativi: 9 tiri verso la porta, 9 cross tentati, 5 eventi difensivi, 76 palloni giocati (record per il Bologna, nonostante il ruolo), 3 dribbling riusciti.
Cifre impressionanti, distribuite su 90′ che Borja Valero ricorderà per un po’: lo spagnolo non è mai stato un fulmine in fase difensiva, la posizione di interno in un doble pivote fa in modo che la sua lentezza nelle coperture risalti in maniera forte, ma non è stato solo demerito dello spagnolo ex Fiorentina e di Spalletti. Verdi, Verdi, Verdi: ad ogni azione, ad ogni palla contesa, era proprio lui che convergeva al centro e orchestrava la ripartenza, saltava il centrocampo, allargava il gioco. Di Francesco da una parte, Verdi a svariare, Petkovic a tenere bene il pallone. Gran partita del Bologna in fase offensiva e la certezza che questa dimensione, per il prodotto del vivaio del Milan (promessa di wonderkid ai tempi delle giovanili rossonere), sia ormai stretta.
Mercato
E quindi torniamo all’inizio, ragioniamo in modo circolare. Verdi varrebbe il Napoli? Quello di ieri sera sì, anche perché ha dimostrato di essere un calciatore in grado di giocare bene il pallone, negli spazi stretti e aperti. Ciò che serve al Napoli, una squadra che pratica il possesso per creare superiorità posizionale, per costruire spazi di campo da attaccare. E che ha bisogno di piedi intonati per assecondare una fase offensiva sempre alla ricerca della giocata ad effetto ma funzionale.
Ecco, col senno di poi Verdi l’avremmo preso. Forse migliore di Giaccherini perché più veloce e tecnico, più versatile, in grado di interpretare tutti i ruoli del tridente. Vediamo se l’interesse di Sport Mediaset si concretizzerà in qualcosa di più. Non ci dispiacerebbe poter/dover ammettere di aver sottovalutato e sottostimato Verdi quando si parlava di lui in chiave Napoli. Non siamo stati i soli, lungo la storia personale di questo ragazzo. Poi è arrivata Bologna, poi è arrivata Bologna-Inter. Se questo è Verdi o può essere Verdi, noi siamo qui. Anche per capire come Sarri possa riannodare i fili col passato.