Ottima intervista alla Gazzetta: sul futuro poche parole e piuttosto chiare, nemmeno una fuori luogo. È cresciuto anche dialetticamente
Dialetticamente adulto
Il risultato secco è: intervista Sarri batte intervista De Laurentiis 3-0. Il lunedì della settimana che condurrà a Roma-Napoli si apre con un colloquio di due pagine dell’allenatore azzurro con la Gazzetta dello Sport. Un Sarri che dialetticamente sta studiando da adulto, e si vede. Si mostra sempre misurato, non si tira indietro per la lotta scudetto, mostra consapevolezza ma non sminuisce affatto l’avversario principale – Juventus favorita – né gli altri: Roma e Inter.
Da incorniciare il passaggio sul suo futuro
La prova di maturità, però, la offre quando risponde alle domande sul futuro. Futuro che è scritto da un anno, se non di più. Come fece abbondantemente capire lo stesso allenatore toscano in una conferenza stampa della scorsa stagione. Ringrazia De Laurentiis per l’opportunità che gli ha offerto, trova il modo più garbato possibile per ricordargli che lo ha ringraziato sul campo (“Spero che lo stia ripagando”). Come i grandi allenatori, derubrica il tema: «In questo momento, però, è l’ultimo dei miei pensieri». E aggiunge: «Mi sento legatissimo alla città e a questo gruppo, poi so che le cose a un certo punto finiscono in maniera naturale». Senza dimenticare il passaggio sulla natura bilaterale della clausola rescissoria: una punturina.
Da lode il passaggio su Higuain
Nemmeno una parola sopra le righe. È l’intervista di un professionista concentrato, consapevole della propria forza e di quella della sua squadra. In continua evoluzione («Ora sono meno fondamentalista prima»), aggiungiamo noi non solo in campo. Questa intervista è un passaggio importante nella carriera extra-campo di Sarri. Dimostra che può cavarsela benissimo anche con la comunicazione. Che sa rinunciare al personaggio di burbero, e sa misurare le parole. Certo, con un’intervista scritta è più facile. Ha detto quel che doveva dire. Senza essere mai sgradevole.
L’esame di maturità di ipocrisia è senza dubbio il passaggio su Higuain: «Il calcio è questo, le strade a volte si dividono per tanti motivi e se ti piangi addosso, perché hai perso un giocatore, sei morto. Bisogna guardare oltre». Sarri è definitivamente entrato nel mondo degli adulti e per il Napoli non può che essere un bene.