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Bandini (Guardian): «Al calcio italiano serve più di una lettura contro l’antisemitismo»

«Come finirà tutto questo? Molto probabilmente, ci sarà un’inchiesta e la Lazio dovrà giocare una partita o due a porte chiuse. E basta»

Bandini (Guardian): «Al calcio italiano serve più di una lettura contro l’antisemitismo»

Il commento dall’Inghilterra

Paolo Bandini segue il calcio italiano, è la penna principale del Guardian per quanto riguarda la Serie A. Nel suo consueto commento del lunedì, si è concentrato soprattutto sul caso Anna Frank. E le sue parole, dure e severe, rappresentano forse al meglio la percezione che il mondo, nel senso di “fuori dall’Italia”, ha sviluppato in merito a questo tema.

Concetti semplici, come la storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo del Bologna deportato ad Auschwitz. La curva dove ieri sono stati ospitati i tifosi della Lazio è dedicata a lui. A parte lo scherzo del destino, c’è da dire che la storia di Weisz «sembra non aver persuaso i tifosi della Lazio a dimenticare il loro antisemitismo». Il riferimento di Bandini è ai cori di ispirazione fascista cantati durante prima della partita.

Questo il giudizio di Bandini: «L’unica sorpresa, purtroppo, è che qualcuno si sorprenda ancora. Una cultura di umorismo antisemita e razzista è stata a lungo coltivata dagli ultras di un gran numero di squadre di calcio italiane. In questo modo, succede che ad ogni avvenimento sconveniente, i colpevoli possano rispondere: “E quando lo fanno gli altri?”. Che poi il presidente della Figc Tavecchio, che ha organizzato la lettura di un brano tratto dal Diario di Anna Frank prima di ogni partita, è lo stesso che ha definito i calciatori neri come “mangiatori di banane”».

Lo abbiamo scritto sopra: Bandini è duro. È giustamente duro con noi. Col nostro sistema. Anche nelle considerazioni finali: «Come finirà tutto questo? Molto probabilmente, ci sarà un’inchiesta e la Lazio dovrà giocare una partita o due a porte chiuse. E basta. Mentre a Torino e a Roma, durante la lettura di Anna Frank, ci sono state manifestazioni e cori contrari – come l’inno d’Italia. Evidentemente, al calcio italiano serve più di una lettura contro l’antisemitismo».

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