Il pezzo di Paolo Casarin sul Corriere della Sera: «Attenzione all’aumento dei rigori, si può fare una partita da 60′ effettivi e 100′ con interruzioni».

Un articolo tecnico
Se Roberto Rosetti, questa mattina sulla Gazzetta, ha parlato di Var in termini di episodi e miglioramenti visibili, Paolo Casarin scrive invece sul Corriere. E ne fa una questione tecnica e tecnologica, sulla figura dell’arbitro (che cambia) e sull’essenza del gioco (che potrebbe cambiare).
Il Var potrebbe essere l’anticamera di una vera e propria rivoluzione copernicana del calcio, intanto perché ha cambiato le abitudini di arbitri e narratori e poi perché potrebbe portare all’invenzione di nuove regole. Leggiamo: «Con il Var, anche l’arbitro deciderà con l’ausilio della tecnologia. Si abbasserà il numero degli errori del passato; gli spettatori torneranno a casa con il risultato certificato del 90’».
Anche Casarin spiega che questa situazione non è definitivs: «Anzi, è appena cominciata: bisogna cercare di cancellare tutti i quasi. L’arbitro di un tempo non aveva la tecnologia ma poteva farsi scudo con alibi di tutti i tipi: ero coperto, lontano, hanno esagerato la caduta, il mani era involontario. Ora bisogna pretendere un nuovo lavoro di analisi dei fatti visti e dal campo e dal monitor. Due realtà differenti che bisogna fondere: deve nascere il nuovo arbitro bifronte».
Il tempo effettivo
Il Var porterà ad alcune conseguenze, più complesse rispetto alle situazioni nuove che ha già generato. Casarin è uno di quelli che pare tenerci al discorso del tempo che si perde e dei cambiamenti nella percezione e nell’applicazione del regolamento: «Il gioco finora ha mostrato un numero impressionante di calci di rigore: sono sembrati quasi sempre veri ma attenzione alla crescita di questa “produzione”. La Var ha lo scopo di togliere gli errori e non di stravolgere un gioco così ben assestato».
In questo senso, si può leggere la proposta di giocare secondo tempo effettivo: «Anche il tempo di gioco non può essere allungato con recuperi generati dalla incertezza nella valutazione di un fatto tecnico. Non servono certo cinque minuti per valutare un fuorigioco! Per i recuperi prolungati non esageriamo con le battute: di recente alla Uefa i migliori allenatori europei hanno parlato di Var e anche di tempo effettivo. Due tempi di trenta minuti effettivi e 30/40 di tempo destinato agli stop funzionali al gioco non sono utopia ma una realtà già in attuazione. Purtroppo poche volte. Var e recuperi, 60 minuti effettivi entro circa 100 minuti. Al lavoro, assieme: si può fare!».