Il triangolo è la forma geometrica applicata al calcio. Ora, per lavoro, Pavel Nedved deva far finta di averlo dimenticato
Roma – Napoli
Si cominciava da piccoli, nelle partite 3 contro 3 o 2 contro 2, da subito, dai primi calci si pensava al triangolo, al compagno che facesse da sponda; e se non c’era il compagno, la sponda era un marciapiede o il muro: il battimuro. Insomma, il triangolo c’entra con il gioco del calcio ben prima che questo contempli degli schemi, che si impari la tattica, addirittura prima che lo si studi a scuola come figura geometrica. Il triangolo è una delle prime forme di collaborazione, la figura geometrica applicata al calcio (e dopo alla vita) dimostra che nello sport di squadra l’aiuto di un compagno rappresenta quasi tutto. La sponda che ti manda davanti alla porta è una forma d’aiuto e contemporaneamente una forma di bellezza perché consente, attraverso il disegno fittizio di una figura geometrica su un campo di calcio, di partire da uno spazio, eluderne un altro occupato dall’avversario, tramite la sponda del compagno, e crearne uno nuovo che è vertice basso del triangolo.
Saluto con affetto Pavel Nedved
Precisione, immaginazione, pulizia, bellezza della figura geometrica. La geometria (ma anche la matematica tutta) sono veicoli di bellezza e ne sono a loro volta fortemente condizionati. Cosa c’è di più bello di un’improvvisazione riuscita all’interno di un terreno prestabilito? Il triangolo (la sponda) le ritroviamo spessissimo nello sport, ma anche – ad esempio – lì dove la sponda comanda da sempre, nel biliardo. Come si fa a pensare che la carambola perfetta di una palla che dal vertice basso del tavolo colpisca di sponda un lato opposto, in alto, e poi ritorni verso il centro colpendo i birilli e poi fermandosi sia qualcosa di diverso dalla meraviglia? Perfino il tennista che gioca Serve & Volley non fa altro che aprire e chiudere un triangolo, usando la risposta dell’avversario come sponda. Niente di quello che ho scritto fini qui è distante dalla bellezza.
C’era un calciatore fortissimo, che segnava gol straordinari, alcuni li ricordo a chiusura di perfette triangolazioni che sfruttavano la sua capacità d’accelerazione incredibile; il calciatore si chiamava Pavel Nedved che adesso, per lavoro, deve far finta di aver dimenticato come si giochi a pallone. Lo saluto con affetto.
Evidente lo scarto tra Napoli e Roma
La Roma non è forte come l’anno scorso, il Napoli è più forte dell’anno scorso, mi pare evidente lo scarto tra le due squadre. La Roma ha giocato un pochino quando il Napoli ha abbassato il ritmo. Il Napoli ha deciso quello che doveva fare e quando. Il Napoli sa indirizzare le partite. Il gol di Insigne nasce da un triangolo (di nuovo) mancato di poco ma rattoppato da un fantastico intervento di Daniele De Rossi. L’unica mancanza del Napoli è stata quella di non raddoppiare, ma non si può essere perfetti. Di Francesco, che è un signore, ha ammesso dove la sua squadra ha peccato, ma la sua squadra ha peccato perché di fronte c’era una squadra difficilissima da affrontare, così stanno le cose.
Ammore e malavita
Ieri sera ho visto Ammore e malavita, mi è piaciuto molto ma credo che un quarto d’ora in meno avrebbe giovato al film. Mi viene da pensare ai calciatori: e se si fermassero a cantare durante lo sviluppo dell’azione? Mertens che passa a Insigne: “Me guarde arret’ e ‘o sacc’ ca ce staje tuuu e stu pallone è pe ttteeee”. Insigne che non ci arriva: “L’aggio mancate pe poco ma quanta sofferenzaaa, era nu grande passaggio, comme è ‘na sera e maggio”. De Rossi: “Ma come l’ho presa male, lei a ruzzolare, ho sbagliato l’anticipo e avemo perso er posticipo”. Insigne: “Ma chiste c’ha cumbinate, all’improvviso m’ha liberateee annanz’ ‘a porta e nun pozze sbagliaaaaaa’”. Capolavoro.
Notizie sparse
Benitez e Gabbiadini uno contro l’altro, li salutiamo. Due cose belle successe a Cagliari: Pavoletti segna ma vince il Genoa, entrambe le cose ci fanno piacere. Attenzione: il Watford di Britos batte l’Arsenal, che meraviglia. Ah, sì, mi dicono che c’è questa squadra molto forte prima in classifica che dovremo affrontare tra un paio di giorni. Andiamo a vedere.
Note a margine:
- Reina è di nuovo forte.
- Un saluto a Nedved da Pitagora.
- Un saluto a Vialli da me.
- Un caro abbraccio al nuovo Messi.
- Un affettuoso saluto a mister 90 milioni.
- #IoStoConSarri ed è un piacere.