Sommersi dagli elogi alla grande Inter di Helenio Spalletti, abbiamo dimenticato Lapadula che rifiutò il Napoli e ora fa riserva a Galabinov
Il mio Genoa – Napoli 2-3
~ Il Napoli batte il Genoa e torna in testa dopo una giornata sospesa lasciata all’Inter.
~ Avevo dimenticato quanto l’Inter mancasse ai giornali, alle televisioni, ai tifosi e al calcio italiano.
~ Non solo ieri, ma soprattutto in queste 24 ore, ho scoperto che Spalletti è un stregone e la sua squadra era un’accozzaglia di ranocchie tramutatesi in due mesi in principi della sfera.
~ Dopo aver resuscitato Nagatomo e D’Ambrosio, dopo aver donato la continuità a Perisic, il sorriso ai musi gialli e il sorriso giallo a Moratti, il giorno in cui riuscirà a trasformare persino la ranocchia Ranocchia in un difensore, prometto che anche io mi recherò col cilicio in pellegrinaggio alla capanna del divino Lucianotelma.
~ Fa notizia, nessuno l’aveva pronosticata così competitiva e merita elogi. Ma ritrovarmi ovunque mi volti le tabelle comparate con le Inter di Mourinho, del primo Mancini, di Trapattoni, di Bersellini e di Herrera è un esercizio che già aveva portato male quando s’inventarono Stramaestro, Mazzarrilandia, Mancini 2 la vendetta e Piolibidine. L’Inter dimostra di essere tosta e forte, ma prima di scomodare record e triplete, aspetterei qualche conferma. Miglior risultato negli ultimi 7 anni è il mese di gennaio.
~ Mi hanno talmente ubriacato con la solidità difensiva, l’intelligenza di Borja, le mirabilie di Handanovic, le pennellate di Candreva e con Icardi re Mida che ora mi sta venendo il dubbio che forse forse è il Napoli ad aver compiuto un’impresa riuscendo a strapparle un pareggio (e non il contrario). Ed è un miracolo esserle davanti dopo 10 giornate.
Parte male e finisce male
~ Nel frattempo, en passant, il Napoli è di nuovo in testa alla classifica, approfittando del lungo digiuno che lo sta investendo lontano dal San Paolo. Vince la misera sesta partita su sei in trasferta e vola a 28 punti in virtù di 9 vittorie e un pareggio. Nonostante in rosa manchino gente come Gagliardini o Joao Mario.
~ Vince su un campo rinnovato e rinverdito che negli anni scorsi si era dimostrato perfetto per orrori arbitrali che ancora gridano vendetta e per la coltivazione di tuberi e pomodori. E vince contro l’ostico Genoa, formazione che ci ha sempre messo in difficoltà con il suo gioco: un mix tra il catch e la corsa delle motozappe.
~ Il Napoli vince partendo male e finendo male. Ma è bastato il solito lungo e corposo contenuto tra queste due brevi fasi per assicurarsi i tre punti.
Zielinski e Hamsik non possono giocare insieme
~ Vince con la formazione del mercoledì. Quella in cui si perde a Manchester perché Zielinski e Hamsik non possono mai giocare insieme e vince a Genova perché Zielinski e Hamsik giocano insieme.
~ Vince con Mertens che è scoppiato e non si regge in piedi. Mentre dagli stessi piedi stanchi partono una parabola perfetta che toglie la polvere dall’incrocio e uno stop di suola e tiro di sinistro nello spazio di un post it e il tempo di un autografo che si infila tra le mani di Perin, il palo e la traversa. Un gol che se lo avesse realizzato un Dybala o un Icardi ce lo ritroveremmo fino al 2023 anche negli spot del motomondiale o del basket NBA.
~ L’ultimo diagonale dell’oberato Dries è malamente deviato in rete dal difensore rossoblu, altrimenti con la tripletta avrebbe potuto fare un selfie al pallone cinturato sul sedile della sua auto. Intanto, 9 gol su 10 gare e prosegue inesorabile la crisi del belga.
Due minuti di silenzio per Lapadula
~ Vince in rimonta dopo un gol bello e balordo di Taarabat che indovina un diagonale chirurgico mentre ancora stavamo controllando le formazioni. Vince dando la sensazione che il Genoa nel finale non avrebbe superato il centrocampo nei successivi 3 giorni e invece si ritrova a vivere qualche patema a causa di Lapadula per un precedente gol in mischia di Izzo ancora più balordo che realizza da due passi un’azione partita da una punizione calciata 20 secondi prima.
~ Ci stanno a tal proposito un paio di minuti di silenzio per Lapadula che rifiutò il Napoli e oggi fa la panchina a Galabinov.
Come curare il mal di trasferta
~ Ci sono di certo degli aspetti su cui migliorare per uscire da questo mal di trasferta. Chiudere le partite quando gli avversari sono all’angolo per esempio. O gestire di più il pallone quando gli avversari non hanno più la forza e la voglia di pressare. Ma soprattutto non autoinfliggerci punizioni o autogol (il gol di Izzo lo classifico al pari di un’autorete) che rimettono in partita (finita e stravinta) antagonisti che sono già all’estrema unzione.
~ Nella giornata di ieri, a parte la vittoria del Milan, non si sono verificate sorprese: la Juve continua con alti e bassi, becca ancora gol, ma continua a vincere; la Lazio soffre a Bologna nel finale ma continua a vincere; e la Roma torna alle vecchie abitudini: vince di misura grazie a un rigore su Kolarov che potrebbe tranquillamente definirsi “famo sta sceneggiata”.
~ In attesa degli scontri diretti che mai come quest’anno determineranno le sorti delle contendenti, ci godiamo finalmente un torneo avvincente in cui davvero tutto può accadere. Un torneo in cui la Juve resta la squadra da battere, la Roma e la Lazio sono le outsider, il Napoli è in testa e l’Inter è la reincarnazione della Grande Inter.
Ma di questo ne riparlerei a gennaio. Quando finiscono gli incantesimi.
Forza Napoli Sempre