Proiettato al cinema Hart di Napoli “Diva” la storia dell’attrice che ha trovato nel regista lo sguardo e la sensibilità perfetti per racconta una vita intensa come la sua
Francesco Patierno ha vinto il Nastro d’Argento con Diva! nella sezione docufilm.
“Diva”
Francesco Patierno si conferma regista dal respiro internazionale. Sono trascorsi ormai quindici anni da quando stupì al Festival di Berlino con il suo “Pater familias” splendida pellicola girata con tratti “alla Pontecorvo”. Versatile, curioso, non sapremmo se un filo inquieto, Patierno spazia, non si sofferma mai su un argomento o su un filone. Napoletano che non per questo si sente in obbligo di dire la sua sempre e solo di Napoli.
Perché il napoletano non solo può viaggiare, ma può poggiare lo sguardo anche su altro. E mentre a settembre in città ripartiva il dibattito sulla gomorrosità del nostro cinema – che in realtà non si schioda da lì – lui a Venezia presentò “Diva” film ispirato dall’autobiografia di Valentina Cortese “Quanti sono i domani passati”. Film che è stato presentato all’Hart (l’ex Ambasciatori), a Napoli, nella rassegna dedicata proprio ai film presentati a Venezia. «Il più bel cinema d’Italia e lo dico ovunque», esclama Patierno.
Dalle terre lombarde a Hollywood
Il film è intenso. Emozionante. Ti prende per mano, ti cattura e ti commuove. Racconta, con dolcezza e discrezione, la storia di Valentina Cortesa (non è un refuso, è il suo vero cognome) che venne abbandonata dalla madre presso una famiglia di umili contadini lombardi. Dalla Lombardia – che non l’è on gran Milàn – a Hollywood, a Truffaut a Audrey Hepburn, a Giorgio Strehler. Una diva, un personaggio cosmopolita, che ha trovato il regista giusto. Patierno dona l’ampiezza che merita la storia della vita dell’attrice che ha 94 anni.
Un personaggio intenso cui il regista napoletano rende omaggio con una scelta che parla da sé. Servono otto attrici per offrire un quadro esaustivo di Valentina Cortese (stavolta con la e). Ne reinterpretano porzioni di vita danno voce e anima alle sue emozioni. Anna Foglietta, Isabella Ferrari, Silvia D’Amico, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Greta Scarano, Carlotta Natoli, Barbora Bobulova. Un film al femminile, ma naturaliter non con le quote rosa.
La tecnica narrativa
Patierno è sempre più abile in questa tecnica narrativa che ha sperimentato con “La guerra dei vulcani” e con cui ha realizzato lo splendido “Naples 44” – produttore napoletano, Davide Azzolini – che il 29 novembre sarà proiettato al Film Forum di Manhattan. E ora con “Diva”. Documentari attualizzati, che uniscono un rigoroso lavoro di ricerca alla recitazione. Le otto attrici si alternano tra di loro e con spezzoni di film, raccontano la vita dell’attrice milanese “figlia della colpa” che dalla modesta famiglia di contadini apprese la fierezza del lavoro e dell’onestà.
Radici che hanno consentito a “Cortesa” di attraversare Hollywood, i Weinstein ante litteram – che lei liquidò con un bicchiere di whisky in pieno volto – i tradimenti, i ricoveri, gli amori. Due su tutti, quello per il direttore d’orchestra triestino Victor de Sabata e quello per Giorgio Strehler. Due amori di Milano. Milano è la città della Diva.
“Effetto Notte”
Sarebbe un delitto anticipare altri frammenti della sua vita. Il film si apre con le scene di “Effetto Notte” che poi finì col vincere l’Oscar e Truffaut citò l’attrice italiana che aveva voluto nel cast. Una carriera tutt’altro che banale, recitò ne “La cena delle beffe” di Blasetti. La gravidanza – questo nel film non c’è – le impedì di dire sì all’offerta di Chaplin per “Le luci della ribalta”. Ma, soprattutto, un film che rende perfettamente la forza di una donna coraggiosa. Patierno non l’ha ancora incontrata. Ha sinceramente dichiarato di essere rimasto scettico di fronte alla proposta di girare un film su di lei. Poi, leggendo il libro, se ne sarà innamorato. Il destino che attende gli spettatori di “Diva”.