Intervista a due rappresentanti del Club: «I servizi funzionano, ma sono anche 35mila abitanti. C’è tanto alcolismo e ragazzi che a undici anni si fanno di eroina»
Fuori dal rettangolo di gioco, Belluno batte Napoli con 106 gol di scarto. Potremmo leggere così i risultati della 28a edizione dell’indagine annuale del Sole 24 Ore che nei giorni scorsi ha decretato che a Belluno si vive meglio, piazzandola in vetta alla classifica della qualità della vita. Napoli, a distanza di un anno, non ha scalato posizioni: è rimasta prigioniera di una formazione a catenaccio che l’ha trattenuta al 107simo posto.
In un anno Belluno ha recuperato tre posizioni registrando valori altissimi per giustizia e sicurezza, ricchezza e consumi, tasso di occupazione, ambiente e servizi e totalizza il minor numero di rapine in rapporto alla popolazione.
Ma è davvero così favoloso vivere a Belluno? Ci siamo rivolti, per scoprirlo, al Club Napoli Belluno. Uno dei soci più attivi nell’organizzazione, che sostituisce il presidente, che al momento si trova a Napoli, è Crescenzo Canciello. Agente di polizia penitenziaria, nato 44 anni fa a Frattamaggiore, vive a Belluno da 14 anni, da quando cioè vi fu trasferito per lavoro.
Cosa pensi della classifica del Sole 24 Ore?
«Non c’era certo bisogno di fare una statistica per sapere che a Belluno si vive bene! Purtroppo è così. È una cittadina abbastanza piccola, tranquilla, dove c’è tutto, soprattutto servizi che funzionano benissimo. Per una famiglia con bambini è il luogo ideale in cui vivere».
Molti napoletani dicono che a Napoli non ci sono i servizi ma che a novembre puoi ancora andare al mare…
«Questo sì. Invece oggi a Belluno c’è la neve. Però le scuole e gli ospedali funzionano, vai alla posta e risolvi in mezz’ora, tutto quello che fai è regolato bene. Napoli è bellissima, per me la più bella che c’è, ma ha un sacco di problemi, non funziona niente».
E se ti proponessero un trasferimento a Napoli?
«Se potessi scegliere, al 70% tornerei a casa. Ma se mi chiedi come si sta a Belluno ti rispondo che ci si sta veramente bene. Anche se per i giovani sopra i 18 anni non c’è molto. I ragazzi, quando crescono, devono fare delle scelte: per l’Università, ad esempio, devono spostarsi altrove. Però, fino alle scuole superiori, funziona tutto benissimo».
Allora la classifica ha ragione?
«Belluno è piccola rispetto a Napoli e il paragone della classifica non regge proprio. Belluno sta in montagna, ha un’aria diversa. Se parli con i bellunesi ti diranno che è meglio Belluno, però poi, quando arrivano le ferie, scelgono di venire giù da noi e quando si devono mangiare la mozzarella se la mangiano! Quello è il controsenso: le cose che noi abbiamo giù, loro non ce l’hanno. C’hanno la qualità della vita, però».
Crescenzo regge il club da due anni, da quando il reale presidente, Gianluca Ponticelli, dopo 13 anni a Belluno, per motivi familiari ha dovuto far ritorno a Napoli. Sul punto abbiamo interpellato anche lui, che ci è sembrato molto più critico.
Raccontaci: com’è vivere a Belluno?
«Nessuno lo dice, ma a Belluno c’è il tasso più alto di suicidi di Italia. Il 90% dei bellunesi fa uso di psicofarmaci o è alcolizzato. Queste cose non si dicono per farla risultare sempre la prima città di Italia. A Belluno ci sono stati casi di bambini di 11 anni che si sono bucati di eroina. Dietro casa mia spacciavano eroina e mica abitavo in periferia! Stavo in pieno centro!».
Napoletano di piazza Carlo III, Gianluca si è trasferito a Belluno per lavorare come guardia giurata, poi ha aperto una sua attività che ancora resta in piedi gestita oggi dalla sua ex fidanzata.
«Belluno ai primi posti per la sicurezza? – racconta – Ti dico solo che la Questura veniva da me per cercare di capire come beccare gli spacciatori. Ho collaborato con loro per 10 anni. La verità è che si fa risultare Belluno fantastica per altri motivi. Forse per stimolare il turismo, perché c’è la neve a Cortina e la gente deve essere invogliata ad andarci. Non accetto che se a Napoli facciamo una scorreggia il giorno dopo siamo sui giornali con articoli a nove colonne. L’immondizia sta dovunque: a Napoli la vedi in giro, a Belluno lo fanno in casa. È solo quella la differenza».
Ma tu come hai vissuto a Belluno?
«Non sono il tipo che sputa nel piatto in cui ha mangiato: è vero che gli enti pubblici funzionano, ma perché ci sono solo 35mila anime. C’è una differenza abissale con Napoli, non si può proprio fare il paragone. Facciamo la proporzione tra città di 35mila abitanti e vediamo Belluno dove si colloca».
Quando sei tornato a Napoli come l’hai trovata?
«Il centro storico vivibilissimo. Ma la periferia è sempre la stessa. Il problema di Napoli sono i suoi abitanti, che la trattano malissimo. I napoletani sono così stupidi che se vanno a Belluno la carta a terra non la buttano, invece quando tornano a casa loro sì. La cosa che mi fa più rabbia è che il nostro presepe è il più bello del mondo, ma i pastori non sono buoni».
E tu, a quelli che dicono che a Napoli la qualità della vita è ottima perché possiamo fare il bagno anche a novembre, come rispondi?
«Che a Belluno il bagno non lo puoi fare nemmeno ad agosto, perché per farlo devi andare nel Piave!».