Il clima per Napoli è quello da Sabato del villaggio, mentre l’allegrotto incazzoso bianconero non riesce proprio a mostrarsi sereno

Il sabato del villaggio
È come se fosse la vigilia dell’esame, tipo maturità classica. Quando uno si prepara il vestito buono. Si taglia i capelli, si spazzola le scarpe che non vedono la cromatina da quando sono nate. Si improfuma e la mattina per colazione si fa fare dalla mamma l’uovo a zabaglione con tanto zucchero e un po’ di caffè.
Avete presente la Vigilia a Napoli. Con le vasche di capitoni, la zampogna, il casino ai Decumani? Il freddo e il braciere.
Addirittura c’ė chi, in questa vigilia frizzante sente un coro cantare per strada “un giorno all’improvviso….”. E già che ci siamo, il clima è quello da “il sabato del villaggio” (di Don Giacomo).
L’allegrotto incazzoso juventino
Ci siamo. Poche ore ancora e il San Paolo si riempirà di affetti e storie, di speranze. È emozionante la città che si fonde con la squadra. Sono gli spalti che danno la carica a quegli undici giocatori. Le bandiere che sventolano, i cori, gli applausi. È la magia di Napoli che domani stupirà il mondo.
L’allegrotto incazzoso della Juve invece non riesce a mostrarsi sereno. Fa finta, elogia, sfotte i nostri diversamente alti (a Napoli si dice “curt e malencavate”) e mal gliene ritornerà aver sfottuto i nostri diversamente alti.
Dà le gomitate al mister mostrando i denti. No, non è un sorriso mascherato, è la bile che non si nasconde, mister Incazzoso. Domani Napoli farà bella figura. E i nostri ragazzi hanno la cazzimma collaudata ormai.