Il promo posto del Napoli e le proprietà benefiche dei minerali. Un plauso speciale al solido guardalinee
REINA. Ahi ahi, Ilaria cara, proprio quando sembra tutto finito, il povero Pepe ha un riflesso moviolesco sul tiraccio di Romagnoli. Unica attenuante, la sorpresa. La sua cosa più bella, stasera, è quel rilancio fantastico verso Insigne – 6
Sai che gli antichi pensavano che la perla fosse un granello di sabbia finito in un’ostrica? Mi è tornato in mente guardando Reina: prezioso quando addirittura trasforma un rilancio in un assist, malaugurante se si inceppa su un tiro che avrebbe potuto essere parato, come quando la perla viene regalata per un fidanzamento – 6
Il pendolare Hysaj
HYSAJ. Il pendolare delle due fasce mantiene sempre la posizione ed è già una medaglietta al valore quando hai di fronte Suso. Riesce a svicolare in avanti ma a singhiozzo. Fatica e corre tanto – 6
Come il quarzo rosa lenisce le pene d’amore e addolcisce i sentimenti, così sprigiona energie positive vedere Hysaj più calmo e serafico del solito. Ragiona senza pressione e non molla di una virgola su palloni che sembrava persi (da lui) – 6,5
L’attento Ispanico
ALBIOL. Nel caotico recupero s’imparolea con Doveri e viene ammonito dopo il fischio finale. Non ha tutti i torti il nostro Ispanico: l’arbitro gli fischia un invisibile fallo in fase aerea che poteva essere fatale e letale per la conseguente punizione rossonera. Il resto è una partita di grandissima attenzione e copertura – 6
Un’agata blu. Colui che in difesa regola la quadratura e aiuta la mente a percepire i propri limiti, rilassando il sistema nervoso e portando armonia. Un’unica disattenzione, mi sembra, su Romagnoli – 6,5
Kalidou vs Bonucci
KOULIBALY. Stravince il confronto a distanza con il suo omologo Bonucci, ormai parodia irritante di se stesso e tutto chiacchiere e distintivo. Koulibaly ha una forza essenziale che risolve problemi con puntualità elvetica. Che il Dio della pelota ce lo conservi a lungo (con questa maglia) – 7
Come la fluorite, ha mille tonalità, di cui il nero è solo una tra le tante: dal viola al verde, al giallo, all’arancio, al rosa e, naturalmente, all’azzurro. Un muro colorato, contro il cui tutti si fermano, da Kessiè a Andrè Silva – 7
Eccitante Mario Rui
MARIO RUI. Ha un incipit effervescente, spot ideale per lo sponsor azzurro con le bollicine. I suoi cross hanno una caratura sensuale, cioè eccitano. Poi, dopo un’ora, alza bandiera bianca. Peccato – 6,5
L’onice è la pietra dell’autostima e lui deve esserne ricco, per la presenza che mostra in campo. ‘Simpatico’ vedere che, quando Kessiè tenta di ostacolarlo, lui, semplicemente, se lo leva da dosso. Il carattere non gli manca. Ghoulam è più fine, ma lui non mi sembra meno concreto (solo meno resistente, per ora) – 7
MAGGIO dal 20’ del secondo tempo. Venticinque minuti senza sbavature, arginando la disperata spinta rossonera: questo doveva fare e questo fa, senza nulla a pretendere – 6
Come l’ametista riduce la collera e ha effetti benefici sullo stress da lavoro. Poi, certo, non è mica un diamante, Fabrizio! – 6
Nessuno è perfetto, neanche Allan
ALLAN. È una testa d’ariete che sbriciola le porticine milaniste a centrocampo. Senza pausa e con tanta fretta. A furia di catapultarsi in avanti, gli capita una palla in movimento, al limite dell’area, che trasforma in un tiro telefonato anziché in una crudele cagliosa per Donnarumma: nessuno è perfetto, neanche Allan – 6
Corniola: la pietra sacra a Iside. Rappresenta l’energia del sangue, dà coraggio ed elimina la paura, anche quella della morte, grazie alla percentuale di ferro che contiene. Oggi, però, ha prevalso, del ferro, l’utilizzo sfrenato in tutta la terra, quasi un anonimato – 6
Jorginho dona equilibrio e gioia
JORGINHO. Nonostante la sciagura del risultato finale di lunedì scorso, la Nazionale l’ha trasfigurato in meglio. Ed è tanta roba. Si differenzia dagli altri per una sorta aureola che gli cinge la testa e trasmette ordini e calma ai compagni. In più vanta l’assist per il gol di Insigne – 7
Dona equilibrio e gioia come una pietra di malaz. Libera dalla confusione mentale, favorisce il contatto con l’Io più profondo della squadra – 7
Marek acquamarina
HAMSIK. Non solo vivo e vegeto, ma anche vitale, Ilaria cara. Il Capitano somministra una quantità non indifferente di palloni alle magie della fascia della sinistra. Raddrizza pure la mira ma il solito Donnarumma respinge – 6,5
L’acquamarina del Napoli, e non solo per il colore. Amuleto dei marinai nella burrasca, Marek trova il centro del tornado dentro se stesso. Una bilancia in continuo movimento, certo, ma che quando è in campo dona tranquillità, serenità e creatività – 6,5
ZIELINSKI dal 24’ del secondo tempo. Una caso da manuale: entra e Mertens, senza vedere, sa già dov’è. Zielinski segna e ringrazia. Cosa desiderare di più? – 7
Malachite: simbolo di forza e intelligenza. Allontana le radiazioni e libera dai blocchi energetici. Come dire: entra lui in campo (subito in partita) e il risultato, d’improvviso, si consolida – 7
Josè liquido
CALLEJON. Un Cavaliere oscuro che fa tanto lavoro oscuro. Al punto che si perde spesso nel buio e non lo vediamo per larghi tratti. In ogni caso, la prima palla gol, di testa, è la sua – 5,5
Liquido come il mercurio, stavolta scivolato meglio in difesa che in attacco – 5,5
ROG dal 33’ del secondo tempo. Una scossa di adrenalina pura nella stanca fascia destra – 6
Abbiamo sempre sottolineato le sue intemperanze. E se fosse ossidiana? La pietra che invita a sbloccare l’eccessivo autocontrollo? È un’interpretazione… – 6
Mertens vs Donnarumma (che è un marziano)
MERTENS. Donnarumma è un marziano e gli para un tiroquasigol senza muoversi, con una semplice manata. Sembra quasi uno sfottò. Detto questo, Ciro Mertens stasera è un altruista magnifico, tra tacchi e assist vincenti – 6,5
Come il rame, che si forma per alterazione, lui si è trasformato in falso nueve grazie a Sarri. Opaco, oggi, proprio come il minerale cui somiglia, o meglio, non velenoso, almeno in termini di gol, ma tossico con un assist – 6,5
Ventura chi?
INSIGNE. Il Grande Escluso, simbolo a imperitura memoria del fallimento nazionale di un allenatore che il Presidente esonerò quando era in serie C. E abbiamo detto tutto. Ma il bruciante dolore di non giocare un Mondiale nell’età migliore, quella della maturità, è mitigato da una partita meravigliosa. Che strana, infine, quell’esultanza a scoppio ritardato, causa Var – 9
Una pietra di luna, di quelle che compaiono sulle rive del mare solo cinque volte in un anno e solo nelle notti di luna nuova. Si dice che la fortunata fanciulla che ne raccoglie una sposerà un re. È la personificazione della luce che dà vita. Ventura chi? – 8
SARRI. Trentacinque punti dopo tredici giornate sono quasi un record. Non c’è nulla da aggiungere – 8
Come l’opale scompone la luce nei colori che la compongono. Si dice che chi indossa la pietra abbia capacità profetiche. Che voglia dirci qualcosa? Non profetizziamo, Fabrizio, ma speriamo… – 7
Le tre V: Viva Viva Var
ARBITRO DOVERI. Viva viva viva il Var – 7
Più dell’arbitro il guardalinee: bravissimo a far finire l’azione senza fischiare il presunto fuorigioco su Insigne in modo da andare alla Var. Più che un minerale, un solido geometrico – 8