Triste spettacolo sugli spalti (stadio semivuoto), non in campo. Grande gol di Insigne. Il Napoli dimostra che certi calcoli da periferia del calcio non gli appartengono
Grande gol di Insigne
Lorenzo Insigne, ancora lui. Un grandissimo gol, uno dei suoi, un sontuoso tiro a giro che va a morire all’incrocio dei pali, tiene il Napoli ancora in corsa per la Champions League. È lui ad aprire una partita che dopo il primo tempo sembrava mestamente avviata verso lo zero a zero. E invece, nel secondo tempo il Napoli gioca come sa. Mette in campo quella ferocia auspicata da Sarri ieri in conferenza stampa e resta aggrappato alla Champions. Dopo la perla di Insigne, raddoppio di Zielinski al termine di uno spettacolare uno-due con Mertens. E poi terza rete del belga.
Due settimane di speranza
Il Napoli batte lo Shakhtar 3-0 in un San Paolo tristemente vuoto (10.573 spettatori, incasso 340mila euro) e si regala due settimane di speranze. Per raggiungere il secondo posto nel girone, e quindi gli ottavi per il secondo anno consecutivo, gli azzurri dovranno vincere in casa del Feyenoord e sperare che lo Shakhtar perda in casa con il Manchester City. Non semplice, ma possibile.
Stadio vuoto
Il Napoli ha dimostrato di tenere alla Champions. A differenza dei suoi tifosi che hanno incredibilmente snobbato la partita. Ampie porzioni del San Paolo deserte per una partita molto importante. Non sarebbe stato da Napoli uscire da una manifestazione così importante senza lottare. E invece questa sera il Napoli ha dimostrato ancora una volta, l’ennesima, di essere cresciuto, di essere una squadra matura. Consapevole dei propri mezzi, della propria forza. Appena ha accelerato, ha segnato. E poi ha condotto la partita in porta. Consapevole, aggiungiamo, che la propria crescita è passata anche attraverso questa manifestazione, attraverso le partite contro squadroni come il Real Madrid e il Manchester City.
Non siamo più periferia calcistica
Una vittoria che ci rende particolarmente contenti, il Napoli non può fare ragionamenti che appartengono alla periferia calcistica. Non siamo più periferia e fare calcoli per uscire dalla Champions è roba che non vorremmo più sentire neanche al bar. Commoventi gli ultras che almeno loro non tradiscono mai e alla fine cantano il coro: “Forza ragazzi, noi ci crediamo”.
La partita
La partita. Sarri schiera il tridente tradizionale, Diawara (svagato, soprattutto nel primo tempo) e Zielinski (intermittente), Chiriches al posto dello squalificato Koulibaly e poi Maggio a destra e Hysaj a sinistra. Nel primo tempo sembrava che il Napoli si fosse adeguato al clima surreale. Ritmi compassati, mai un’accelerazione degna di questo nome. Gioco al piccolo-medio trotto contro una squadra peraltro ben organizzata che si è resa pericolosa almeno tre volte: con due tiri di Taison e uno di Marlos su cui è stato bravissimo Reina.
La ripresa
Nella ripresa, invece, è tutta un’altra musica. Il Napoli preme, il pubblico capisce e comincia a incitare. Un tiro di Diawara da fuori, fa capire che la musica è cambiata. Ma ci pensa Insigne al 56esimo a cambiare la partita, come sabato contro il Milan. Riceve sull’out sinistro da Hasik, si accentra in diagonale come ormai solo lui sa fare e fa partire il suo tiro a giro che va a morire all’incrocio dei pali. Imparabile. Lo stesso angolino in cui segnò il suo primo gol in Champions, su punizione contro il Borussia Dortmund.
Sarri (bravissimo) lo toglie subito dopo. Al suo posto, Allan. Con Zielinski spostato a sinistra. Il solito Zielinski che prima incredibilmente spara alto a porta vuota su passaggio di Mertens che aveva rubato palla al portiere. E poi raddoppia al termine di uno scambio da accademia con Dries. Il terzo gol è di Dries Mertens. Poi, Rog per Hamsik e addirittura Mario Rui per Zielinski.
A questo punto, comunque vada, il Napoli può dire di uscire a testa alta. Probabilmente avrà pagato la partita presa sotto gamba in Ucraina, ma ha dimostrato di conoscere il valore della Champions. Per noi questo era l’aspetto più importante.