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Il City fa perdere al Napoli quattro punti

Giocare stanca, le prime della Serie A in affanno. Tranne la Roma che grazie al turn over scientifico di Di Francesco vince a Firenze e smentisce D’Alema

Il City fa perdere al Napoli quattro punti
Napoli vs Manchester City (Foto Ciambelli)

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 12A GIORNATA 

Giocare stanca.

Siamo a un terzo del cammino e in molte già affannano.

Stanchi gli ergastolani. Festeggiano non so cosa con una maglia senza scudetto che molti sperano sia premonitrice.

Le streghe stregone rincorrono il record negativo del Manchester United delle 12 gare a secco e intanto chiudono il primo tempo in vantaggio.

È un risultato storico.

Manna per gli scommettitori.

Complimenti ad Amato Ciciretti, fantasista predestinato, noto allo sparuto manipolo dei miei lettori.

Ora però qualcuno in panca tiri fuori la bolletta.

Mezzo Empoli in campo col Napoli

Stanchi gli azzurri al Bentegodi.

Mezzo Empoli in campo col Sepelato in porta (in fondo rispetto al titolare si cambia una consonante) e il bombolotto Rui a sinistra, vivace soprattutto nei corpo a corpo a gioco fermo dove becca anche un giallo.

Il portoghese regge fin quando può, poi Sor Tuta – come è consuetudine italiana – mette uno di destra a sinistra.

Più avanti il Signorinello Pallido polacco è sempre più ectoplasma di se stesso.

Il Pibe di Fratta è smarrito. Senza l’algerino sembra un amante abbandonato.

Ma più di Faustino si avverte la mancanza dell’armadio Arcadio.

Perché contro una squadra che gioca in undici dietro la linea della palla, verrebbe utile un centravanti alto e forte di testa, che aggiunga chili e centimetri.

A conti fatti il City ci fa perdere quattro punti. Qualcosa vorrà pur dire.

Stanca anche l’Inter

Stanchi, non si sa perché, i Suninginter.

È finito il culo, probabilmente.

Ed era pure ora.

Una bomba di Vecino si stampa sulla traversa.

Sirigu da campionissimo sventa una zuccata ravvicinata di Striniar il gigante.

Il ceffo Sinisa neutralizza gli esterni nerazzurri.

Toglie un attaccante e inserisce un centrocampista in più passando ad un più equilibrato 4-3-3.

Finisce pari. E tutto sommato è giusto così.

Che diceva D’Alema su Di Francesco?

Com’era la storia che quest’anno si lottava per non retrocedere?

Sono in perfetta salute i Sangue-Oro.

Vincono la gara più delicata della giornata e rosicchiano punti pesanti.

La vittoria a Firenze è la 12a esterna consecutiva, ed è record in Serie A.

Di Francesco è l’esatto contrario di Sor Tuta.

L’uno detesta i cambi. L’altro è turnoverista scientifico.

Eroe del giorno è Gerson Santos da Silva.

Fu preso nell’estate 2015 da Sabatini che lo aveva strappato al Fluminense per 17 milioni di euro, un’esagerazione per un ragazzino.

E a Roma il ragazzino incontra tantissime difficoltà.

Garcia lo ignora. Praticamente non gioca mai.

Insomma è un oggetto misteriosissimo, fino a quando il Parapet, nella sorpresa di tutti, lo mette in campo da titolare contro la Juventus, nella sfida scudetto.

Non tocca palla.

“Mannate via quel bidone!”. Urla il tifo giallorosso.

“Uno così è impresentabile!”.

Poi il feeling con Di Francesco.

A Stamford Bridge contro il Chelsea è titolare, e fa un figurone.

Poi Firenze. Due sinistri perfetti, le sue prime due perle in Serie A.

“E’ il nuovo Salah!” Urlano in curva. I tifosi cambiano idea facilmente.

E poi – si sa – uno più è “impresentabile”, più vince. Guarda in Sicilia.

Quagliarella si prende la Lanterna

Affanna anche la Dea.

E ai salesiani di Ferrara il pari va anche un po’ stretto.

Negati due goal a Federico Viviani.

Il primo lo segna su punizione. Ed è un gol da antologia. Ma, per sua sfortuna, becca un arbitro poco incline agli incantamenti estetici. Vede un errore in barriera e annulla.

Il secondo glielo nega il prode Etrit Berisha con un intervento-miracolo allo scadere, su una svetagliata a botta sicura.

Il Quaglia giganteggia e si prende la Lanterna.

I ciclisti affondano nel Mar Ligure Ivan Juric, e si confermano come una delle sorprese più liete di questo campionato.

Immenso Duvan Zapata. Due assist, una potenza impressionante, sempre più idolo dei tifosi doriani.

“Uno scarparo”. Lo definì Delneri. Uno che se ne intende.

Montella respira

Suso sigilla l’ennesimo gol da cineteca e consente all’Aeroplanino una boccata d’ossigeno.

Il Dall’Ara, violato da Nicola e dalla sua ciurma d’assalto, è palcoscenico di un’impresa singolare.

Due reti nella stessa partita su calcio piazzato, le avevano fatte pochi eletti.

Gente come Alvaro Recoba, il Ceffo Sinisa, Michel Platini e Gianfranco Zola, per intenderci.

Ma nessuno di questi era riuscito a fare due reti cambiando il piede d’esecuzione.

Una col destro, l’altra col sinistro.

Ci riesce Simone Verdi che entra così a buon diritto nel club ristretto dei grandi specialisti.

Altro che Juric.

Il Bomba è alla quinta sconfitta consecutiva. Rischia anche lui l’esonero.

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