Il presidente della Figc ha esonerato Ventura. Grande scalpore, non ne capiamo il motivo. Ha fatto di peggio, decisamente di peggio, ed è stato eletto due volte
Tavecchio rappresenta il calcio italiano
È finita con Ventura esonerato – e quindi pagato fino alla fine del suo contratto – e con Tavecchio che è rimasto presidente della Federcalcio. Del resto è stato rieletto pochi mesi fa. Rieletto, perché il calcio lo ha eletto due volte. Prima di essere eletto, Tavecchio si distinse per dichiarazioni contro gli ebrei: “Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada”. Disse anche “Lontano da me gli omosessuali”. Poi la famosa gaffe sui calciatori provenienti da altri Paesi:
Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare . Noi, invece, diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio. E va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree.
È un disastro sportivo, nulla più
Il calcio, il mondo del calcio, le società, se ne sono sempre fregate. Lo hanno eletto una volta, due volte. Adesso dovremmo indignarci perché non si è dimesso dopo la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali del 2018? Per carità, un disastro sportivo. Ma francamente un’inezia rispetto alle prove di antisemitismo, razzismo e omofobia che hanno contraddistinto il numero uno della Federcalcio. Che peraltro rappresenta perfettamente un mondo retrogrado e ignorante in modo imbarazzante. Ce ne rendiamo conto ogni giorno. Non c’è nemmeno bisogno di vivere i picchi della vergogna, come nel caso delle figurine di Anna Frank. Il calcio in Italia è gestito alla viva il parroco. O meglio, alla viva gli interessi nostri. Ciascuno ha il proprio pacchetto di voti e di interessi. Nè più né meno di quel che accade in qualsiasi congresso di qualsiasi partito italiano.
L’Italia è una grande casa della libertà, nel senso guzzantiano
Questo è il calcio in Italia. Del resto, si fa a fatica a tutti livelli. Anche da giornalisti e da appassionati. Le celebri gag di Corrado Guzzanti (un genio assoluto, ahinoi profetico) per la casa delle libertà, sono ormai perfette per descrivere tanti segmenti del nostro Paese.
In Svezia è sotto accusa il difensore Lustig che ha insultato il pubblico di San Siro per aver fischiato l’inno svedese. Ha detto un’imprecazione che mette in dubbio la virilità dei contestatori. Da noi, ovviamente, sarebbe un eroe. Ora va molto di moda il politicamente scorretto, il non essere allineati. Tavecchio è perfetto: non è allineato a nulla. Può tranquillamente rimanere alla guida del calcio italiano. Sta bene lì. Serve e servirà a ricordarci chi siamo. Anche se, in fin dei conti, basta trascorrere trenta minuti in uno stadio italiano, o ad assistere a una qualunque trasmissione tv calcistica, oppure a leggere i commenti dei tifosi sul web e sui social. Tavecchio è il nostro specchio.