Pagella bestiale: Maggio il più bravo. Koulibaly Porta Santa di un anno buono. Sarri metafisico
REINA. Barak, senza la “c” del suo omonimo americano decisamente più famoso, è il solo bianconero che lo tiene in allenamento. E il tiro finale, allo scadere degli ultimi secondi del recupero, provoca brividi escatologici – 6,5
Un leone senza criniera e senza peli ad addobbare le sue membra che oggi si sono riposate. A parte il tiro di cui parli tu. Dopo averlo preso, lancia il suio ruggito. Sapevi che quello del leone è percepibile fino a 9 km di distanza, Fabrizio? Il nostro Pepe lo avrà superato? – 6
Christian, la giraffa dal cuore enorme
MAGGIO. Se chi si procura il fatale rigore della vittoria e poi sporca un tiro pericolosissimo di Perica non è il migliore oggi, chi altri al posto suo? Nessuno, appunto. Oggi Maggio, cara Ilaria, è il più bravo. Il più bra-vo, scandiamo bene. Sono soddisfazioni per l’ultimo dei mazzarriani ortodossi – 7,5
Concordo, Fabrizio, e rilancio pure. È talmente bello, oggi, che lo capiscono anche gli avversari, che per abbatterlo ad un certo punto sono costretti a colpirlo con una pallonata in faccia. Ma niente, lui resiste. La sua forza? Forse il cuore, come fosse una giraffa. Gli animali dal lungo collo, infatti, lo hanno enorme: 11 chili di peso e 60 centimetri di lunghezza. Quello di Maggio non è certo inferiore. Foderato di amore, merita rispetto – 8
CHIRICHES. Talvolta Koulibaly buon samaritano deve dargli una mano sul solito Perica. Ma spesso e volentieri Chiriches dà sicurezza anche da solo. È un altro titolarissimo aggiunto, dopo Zielinski – 7
Chiude bene in difesa rendendo fertile la nostra area, produttiva in senso offensivo, quanto meno, come un pipistrello che semina guano per depositarlo nelle grotte in cui si ripara. E, come i pipistrelli, va avanti e indietro dalla grotta della difesa trovando sempre lo sbocco giusto – 6,5
KOULIBALY. Dominatore di terra, coi piedi, e di aria, con la testa. È la Porta Santa di quest’Anno Buono, senza misericordia alcuna – 7
Ha scatti da pantera e, della pantera, la stessa capacità di uccidere animali che pesano anche seicento chili più di lui – 7
Adattabile come un muflone
HYSAJ. Non è Ghoulam e questo lo si era capito da tempo, però adesso la fascia sinistra è una sorta di zona grigia, di limbo dove vagano anime in pena alla ricerca di un’identità. Come Hysaj. Per fortuna, la fase di copertura è decente – 5,5
Come il muflone, che si adatta a ogni tipo di habitat, dalle foreste di conifere ai boschi di latifoglie, Hysaj si è adattato alla fascia sinistra senza battere ciglio. Qualche volta impreciso, a volte meno, tutto sommato una buona gara – 6
ALLAN. Lì in mezzo prevalgono la densità e i muscoli dei friulani e il povero Allan resta l’unico a contenere la voglia di riscatto degli udinesi post-Delneri. Forse anche per questo perde di lucidità in fase offensiva – 6
Pacifico e tollerante con i suoi compagni, tenta continuamente di dominare sugli avversari. Nel primo tempo ci riesce, forse è quello che combatte di più, in squadra, nel secondo cala – 6
Il quokka Jorginho
JORGINHO. Il suo palleggio è scolastico e non ha ritmo, poca cosa oggi. Anche il rigore è una chiavica, si può dire Ilaria o no?, ma rimedia nella respinta. La sufficienza è per la firma su questa vittoria fondamentale – 6
Con il suo sorriso assomiglia a un quokka, l’animale più felice del mondo. Si muove saltellando come un canguro, tessendo la trama del gioco qua e là. Quella zampetta per rimediare a un rigore calciato malissimo e a una partita bruttarella vale mezzo voto in più – 6,5
DIAWARA dal 25’ del secondo tempo. Dà più sostanza di Jorginho, vista la sofferenza a centrocampo, ma è troppo lassista in copertura e l’Udinese va sovente al tiro – 6
Maestoso come un’antilope africana, entra in campo e copre tutti i ruoli. Si trasforma in Jorginho e a tratti in Allan, facendo un buon lavoro – 6,5
HAMSIK. Quel suo primissimo inserimento prometteva bene. Solo un fuoco fatuo, invece. Il Capitano non azzecca mai un passaggio decisivo (leggi assist) e si muove errabondo quasi sempre in ritardo. Unica nota positiva qualche azione di disturbo. Messi può andare in panchina, ma un fuoriclasse come lui no, vero Sarri? – 5
Un po’ Bambi, un po’ gazzella e un po’ cavallo bianco. Mentre siamo in cerca dell’animale che fa per lui, mi schiero con Sarri: meglio in campo, a giovare agli inserimenti, che fuori – 6
ROG dal 38’ del secondo tempo. Entra con la consueta furia ma il tempo è pochissimo – senza voto
Da buon volpino, Rog che prima appena entrava in campo commetteva fallo, ha preso la buona abitudine di guadagnare falli a favore – sv
Il delfino intelligente
CALLEJON. Il giocatore più intelligente d’Europa, che usa tantissima testa, è in un periodo di crisi nera coi piedi. Si mangia un’azione colossale, tirando in braccia a Scuffet. Indi sbaglia un cross molto promettente. Erano due momenti in cui si poteva chiudere la partita – 5
Sapevi, Fabrizio, che i delfini hanno la pupilla a forma di cuore e che questo è un simbolo della loro grande sensibilità? E che possiedono un vocabolario fatto di 200 suoni diversi, tra fischi e scricchiolii ad ultrasuoni? Come fare a non paragonare il nostro Josè Maria ad uno di questi fantastici esemplari? Come un delfino, con disinvoltura guadagna un fallo su Ali Adnan; prima, avevano tentato di stracciargli la maglietta; si era opposto con veemenza agli avversari sfidando la forza della corrente. Certo, non riesce a surfare in gol, ma l’onda arriva fino a riva, tanto da fruttargli la sufficienza – 6
MERTENS. Davanti si crea pochissimo e lui resta in perenne attesa come Godot. La sufficienza è per la pazienza dimostrata – 6
Inizia con un bellissimo numero tra due avversari che lo fa somigliare, per un attimo a un lemure Sikafa, di quelli che quando camminano hanno una curiosa andatura che sembra che danzino. Poi resta intrappolato dalle liane dell’Udinese, imbrigliato – 6
Lorenzo veloce come un ratto
INSIGNE. Ci vogliono cinquanta minuti per vederlo entrare nell’area avversaria e spargere terrore. È l’unico sussulto di livello in una partita di contenimento – 6
Lo sapevi, Fabrizio, che i topi cantano? Se felici, o se esposti a feromoni, emettono delle frequenze ultrasuono impossibili per noi da udire. È un canto strutturato, con vocalizzazioni altissime e regolari, ma soprattutto, il canto di ciascun topo è diverso da quello degli altri. Ciascun topo la il suo stile riconoscibile, ciascuno le sue ‘frasi’ preferite. È così che immagino Lorenzo, come un topo unico, canterino e ratto, nel senso di veloce, lesto. Un topo saccheggiatore. Oggi, in verità, lo è stato meno del solito, ma di palle al centro ne ha messe parecchie – 6
ZIELINSKI dal 32’ del secondo tempo. Il suo ingresso è come quando si aprono le finestre per far entrare aria fresca. Zielinski come Zelig: è il ruolo a fare il giocatore e non viceversa. Da esterno o mezzala a metà, scusate il gioco di parole, valorizza meglio il suo talento. Al contrario, il lavoro sporco da incontrista lo penalizza. Meglio sostituire Insigne o Hamsik, quindi, che Allan – 6,5
Volitivo e atletico come un Husky siberiano – sv
In attesa delle zebre
SARRI. Mettiamola con Catalano buonanima: meglio vincere e giocare male, che giocare bene e pareggiare se non perdere. I segnali divini si moltiplicano in terra friulana e lui porta a casa tre punti di valore immenso prima di incontrare quegli altri bianconeri. È un Sarri metafisico, oltre la nostra comprensione – 8
Novanta minuti difficili, brutti, sporchi e cattivi che risolviamo con un rigore calciato malissimo e su ribattuta scaltra. Uno a zero fuori casa e di nuovo la vetta della classifica. Qualsiasi specie animale sia il nostro Sarri, Fabrizio, sicuramente è entrato come noi nella fase di attesa delle odiose zebre. Alla vigilia dell’ingresso del fantastico dicembre che ci porterà al Natale, come se stessimo giocando a carte, gli do il voto che ricorda il nome del gioco e… sto – 7 e mezzo
ARBITRO DI BELLO. Un rigore senza Var è merce preziosa – 7