Si è spento a 83 anni l’allenatore che portò la Cavese a un passo dalla Serie A. Allenò anche il Napoli di Krol e Dirceu, venne esonerato dopo 20 giornate
La Serie A sfiorata
La data della sua carriera è il 7 novembre 1982. Campionato di Serie B, nona giornata. La Cavese allenata da Pietro Santin gioca a San Siro, contro il Milan di Baresi, Evani, Tassotti e Aldo Serena (in panchina c’erano Francesco Romano, quel Romano, e Incocciati). I rossoneri vanno in vantaggio con Joe Jordan, lo squalo, uno degli più odiati da Brian Clough. La Cavese di Santin prima pareggiò con Tivelli e poi andò in vantaggio con Di Michele. L’impresa della vita, e della storia per la Cavese che quell’anno disputò un campionato straordinario con un calo finale che non le consentì di conquistare la promozione in Serie A.
Il pareggio 1-1 con la Juventus
Pietro Santin è morto oggi, proprio a Cava dei Tirreni dove da tempo si era trasferito. Aveva 83 anni. Un gentiluomo del calcio. Quella stagione con la Cavese, che lui prese dalla Serie C e portò alle porte della Serie A, gli valse la panchina del Napoli. Ferlaino scelse lui per far ripartire il Napoli dopo la mediocre stagione precedente. Non gli andò bene. Venne esonerato alla quinta giornata di ritorno, dopo la sconfitta interna contro l’Inter (con un gol di Beccalossi a pallonetto da fuori area). Aveva già perso il derby contro l’Avellino dell’ex Ramon Diaz, e non vinceva da otto giornate. Il suo Napoli vinse appena tre partite su venti partite di campionato. L’incontro più bello resta il pareggio interno contro la Juventus di Platini. Il Napoli di Santin pareggiò il gol del francese con De Rosa e colpì due pali con Dirceu. Due giocatori che furono poi decisamente più sfortunati, morirono in due incidenti stradali.
Santin non tornò più su una panchina di Serie A. Fu esonerato dal Bologna l’anno successivo, in Serie B, e poi ancora a Catanzaro. Venne esonerato anche a Lecce nella stagione 1986-87 (con Barbas e Pasculli), ad aprile, al suo posto arrivò Carlo Mazzone. Poi ci fu il ritorno alla Cavese e un peregrinare tra società minori.
Pietro Santin è stato un gentiluomo e un intenditore di calcio, con la sua Cavese giocò un calcio moderno e innovativo. Avrebbe meritato miglior sorte. Allenò l’ultimo Napoli prima di Maradona. Una squadra con Krol decisamente andato e l’oggetto misterioso Palanca. Uomini non adatti al suo tipo di calcio.