La decisione sarà ufficializzata nella prossima settimana, determinanti i dubbi su Yonghong Li e sulla solvibilità del debito con il fondo Elliott.
L’articolo della Gazzetta
Il Milan, ieri sera, ha perso 2-0 a Fiume contro il Rijeka. Una partita inutile ai fini della qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Del resto i rossoneri erano già certi del primo posto, ma il risultato rende ancora più amara una settimana densa di nubi- Soprattutto economiche-finanziarie, legate al no della Uefa al Voluntary Agreement. La decisione è stata anticipata ieri dalla Gazzetta, che oggi ritorna sul tema con un pezzo di Marco Iaria. Che, innanzitutto, spiega che l’Uefa è intervenuta per smentire le indiscrezioni della stampa. E per ribadire che la decisione finale arriverà in ogni caso la prossima settimana. In ogni caso, oggi è prevista la riunione della commissione.
La rosea però conferma la sua versione, anzi vede e rilancia. E oggi ripropone un’analisi per punti della situazione, che parte dalle motivazioni del no. Leggiamo: «L’Uefa, in generale, non si è fidata della solvibilità del patron cinese, anche per il clima di incertezza e mistero che ha accompagnato il suo approdo nel calcio europeo, tanto da richiedere un deposito cauzionale a garanzia delle perdite future. A pesare anche l’incertezza sull’esito del rifinanziamento del debito di Elliott, che a giudizio dell’Uefa mina la continuità aziendale dello stesso Milan».
Il futuro
Il Milan sarà dunque oggetto di sanzioni da parte dalla Uefa. Oppure, spiega ancora la Gazzetta, «l’alternativa sarebbe il settlement agreement, cioè una sorta di patteggiamento delle pene come hanno fatto Inter e Roma. Quel che filtra da Nyon è che, allo stato attuale, in teoria i rossoneri avrebbero qualche difficoltà a rispettare i requisiti di un patteggiamento, proprio per il nodo della continuità aziendale. Ma la decisione non verrà presa adesso. Tra febbraio e marzo verrà fatto un controllo ed eventualmente il settlement sarà sottoscritto verso maggio: in primavera, quindi, il Milan dovrà chiarire il suo assetto azionario e la sua posizione debitoria agli occhi dell’Uefa per sgombrare dubbi sulla continuità aziendale».
Le possibili sanzioni legate al settlement: riduzione della lista Uefa, mercato necessariamente a esposizione zero, blocchi alle sessioni di trasferimento. Fino all’esclusione dalle coppe, un’eventualità abbastanza remota nel caso del Milan – ma utilizzata per club come Galatasaray e Dnipro.