ilNapolista

La Juve è il passato, e ci ha detto che il Napoli ha ancora un (grande) campionato da giocare

Numeri, statistiche e calendario ci dicono che Napoli-Fiorentina potrebbe riaccendere subito l’eccellente avvio di stagione della squadra di Sarri.

La Juve è il passato, e ci ha detto che il Napoli ha ancora un (grande) campionato da giocare
Marek Hamsik / Photo Matteo Ciambelli

Imbattibilità e primato

Mentre scriviamo l’Inter è in vantaggio 2-0 sul Chievo, francamente difficile immaginare la rimonta dei veronesi. Dunque il Napoli perde la sua imbattibilità e il suo primato in classifica. La partita contro la Juventus è passata da un po’, il suo impatto è ancora vivo nel racconto della stagione, anzi è ancora da calcolare. Ma, proprio in questo senso, è arrivato il momento di voltare pagina.

La base su cui ripartire, del resto, è abbastanza importante. Sette punti persi in quindici partite totali, la miglior difesa del campionato. E anche la certezza che una partita storta, giocata male, vinta meritatamente dalla Juventus, non cambia la sostanza delle cose. Il Napoli, infatti, esce con le ossa rotte ma ha la certezza della propria consistenza tecnica. Quella dei punti, quella dei numeri prestazionali. Che non sono assolutamente peggiorati, anzi: le 21 conclusioni contro la Juventus hanno alzato la media match (fino a 18.5), i 7 tiri dei bianconeri hanno aumentato il divario per il titolo (platonico) della miglior tenuta difensiva (8,1 tentativi concessi per match contro i 9,5 della squadra di Allegri). 

Abbiamo individuato ieri una possibile interpretazione del problema fisico/tecnico/tattico del Napoli (le difficoltà nella creazioni di occasioni limpide nel post-Ghoulam), però è anche ora di imparare a circoscrivere certi eventi. Napoli-Juventus è una partita che, dal punto di vista numerico e psicologico, sfugge completamente alla logica. È parte del campionato, ma può avere (ed ha avuto) uno sviluppo anticlimatico, lontano dalle dinamiche classiche, dai parametri convenzionali.

Feyenoord e Fiorentina

Stessa cosa per la partita che ci aspetta, Feyenoord-Napoli. La situazione complessa del girone di Champions rende “particolare” anche i 90′ di Rotterdam. Che potrebbero concludersi anche con una goleada ma in ogni caso sarebbero invalidati da ciò che succederà in Ucraina. Sarà difficile giudicare la risposta del Napoli alla tempesta-Juventus in base a quello che succederà in Olanda, considerando anche il probabile forfait di Insigne, uomo chiave di questa squadra.

Quindi, ci viene da dire che la vera ripartenza del Napoli avverrà domenica prossima, in casa contro la Fiorentina. Quando il Napoli, vincendo, potrebbe ridare un segnale forte all’intera Serie A. Perché si gioca anche Juventus-Inter, perché il primato e una distanza di sicurezza su Allegri potrebbero tornare, insieme o separati. Perché il termine del girone d’andata avrà un calendario complesso (la Fiorentina, appunto, poi Torino e Sampdoria) ma fattibile, perché il Napoli vive della retorica della stanchezza fisica ma nelle tre partite precedenti aveva vinto mostrando gli stessi problemi. Anzi, ci viene da dire che aveva mostrato quello che è mancato contro la Juventus: comprensione dei momenti della partita, paraculaggine da grande squadra, capacità di mascherare le lacune.

Sì, perché il Napoli ha lacune sparse esattamente come la Juventus. Magari quelle di Allegri sono temporanee, meno profonde, ma loro sono la Juventus mentre il Napoli è il Napoli. Stessa cosa per Inter e Roma. Il campionato è vivo e il Napoli ha dimostrato di poter affrontare, anzi addirittura comandare la corsa al primato. L’ha fatto con autorità per 14 partite, il nuovo record della gestione Sarri-De Laurentiis. Il record dal 1990. Un grande campionato non può essere inficiato da una sola partita, per quanto grande possa essere il suo impatto. Non resta che dimostrarlo, la Fiorentina nel mirino e la possibilità di mettersi subito alle spalle il passato.

ilnapolista © riproduzione riservata