Il 115esimo gol di Hamsik, il Napoli che gioca e gestisce e segna, con Koulibaly e Zielinski. Un primo tempo che cancella un po’ di (inesistenti) maledizioni.

La prima frazione
Pronti-via, il gol che scaccia l’incubo. Nella maniera più inusuale o forse no, perché il conto dice 13 palle inattive trasformate in rete. Koulibaly di testa su spizzata di Allan, uno a zero e un ritorno al gol importante soprattutto dal punto di vista psicologico. Il Napoli si sblocca, ma non è solo il vantaggio: è una squadra reattiva, bravissima ad applicare il suo calcio in tutte le zone del campo, dalla difesa in attacco. Il Torino commette errori in serie, soprattutto dal punto di vista difensivo: una manna, per i ragazzi di Sarri, che non alzano i giri eppure disegnano un risultato rotondo.
Questa dinamica la leggi nei due gol realizzati in momenti di partita che sembrano morti, in realtà sono di controllo e gestione e amministrazione. Zielinski scappa sulla linea del fuorigioco, Jorginho gli serve un cioccolatino, Sirigu esce e viene freddato. Il due a zero non cambia il canovaccio: il Napoli tiene bene palla e aspetta il momento giusto.
E il momento giusto arriva, esattamente come doveva arrivare. Per il 3-0, per Hamsik. Che raggiunge Maradona con un gol bellissimo, di prima, dopo che Mertens ha addomesticato un pallone servito secondo la stessa idea che ha lanciato Zielinski. Movimento alle spalle della difesa, palla dentro. Stop fantastico, palla al centro e un tiro che sembra nascere senza pensare e invece è concetto in movimento. Palla perfettamente nell’angolo alto, Hamsik fa 115, la maledizione che non c’era ora non può essere nemmeno evocata. Era solo questione di tempo, per Hamsik. Forse anche per il Napoli.