L’intervista di Kalidou Koulibaly alla Gazzetta dello Sport: «L’Italia ha la nomea di essere un paese razzista, ma a Napoli non ho mai notato certi atteggiamenti. L’arrivo di Sarri è stato importante per me».
L’intervista alla Gazzetta
Parla Kalidou Koulibaly. Lunga intervista, pagina 2 e 3 della Gazzetta dello Sport, tanti argomenti toccati. Si parte subito con il momento personale, con una crescita esponenziale rispetto ai primi approcci in Italia: «Sono cresciuto tanto. Quando sono arrivato in Italia ho avuto bisogno di un anno di ambientamento, che non è stato semplice. Dopo ho iniziato a lavorare intensamente, ora sto raccogliendo il frutto dei miei sacrifici. Io nuovo Thuram? Mi fa piacere questo accostamento, sono finito in panchina con Benitez e ora sono considerato all’altezza di un nome così importante».
L’arrivo di Sarri a Napoli: «È stato un arrivo importante, per me. Mi ha detto: “Ascoltami e diventerai un campione”. Mi ha dato fiducia in un momento in cui le cose non andavano tanto bene. La partita col Bruges potrebbe essere il momento chiave della mia carriera».
Koulibaly e l’idea di un contratto a vita con il Napoli: «Per la mia famiglia e per i tifosi, se il contratto fosse buono non avrei problemi a firmare, a restare per sempre. Qui sto benissimo, città e squadra mi danno tutto, io voglio restituire qualcosa ai napoletani, voglio dare loro lo scudetto».
Kalinic
Il gol subito da Higuain: «Ci è mancato un centimetro perché potessi togliergli la palla. Lui è un fenomeno, è stato bello giocare accanto a lui. Riesce sempre a sorprenderci, anche perché conosce i nostri meccanismi. Anche Icardi e Dzeko sono fortissimi, ma l’avversario che mi ha infastidito di più è Nikola Kalinic. Gioca sempre sul filo del fuorigioco».
La Juventus: “Il mio intento e quello dei miei compagni, è di mettere fine all’egemonia bianconera».
Koulibaly e il match di Bergamo: «Sono convinto che la vera anti-Napoli sia proprio l’Atalanta. Ogni qualvolta l’affrontiamo, soffriamo il loro modo di giocare. Per noi sarà una bella prova di maturità, se vinciamo lì sarebbe molto significativo».
Koulibaly e il razzismo: «L’Italia ha questa immagine razzista da quando io ero piccolo, ma qualche passo avanti è stato fatto. Ci sono ancora degli stupidi che fanno pensare che il calcio e in generale il Paese siano così. Ma, in realtà, a Napoli di tutto questo non avverto nulla. In giro per l’Italia sento i soliti cori discriminatori, ma si tratta sempre di una piccola frangia di scalmanati, che andrebbe ignorata. Personalmente, sono stato preso di mira soltanto da pochi tifosi laziali in un Lazio-Napoli di un paio di anni fa. Dopo la rabbia di quei momenti mi sono rasserenato, non ne ho più sentiti. Mettere insieme le varie culture può essere la soluzione».