Sconfitta interna con Reggio Calabria 64-74, ultimi in classifica a sei punti dal terzetto delle penultime. La crisi è profonda, ma una nota positiva c’è
Negato il saluto al pubblico
Un pubblico meraviglioso, un pubblico che vuole tenersi stretta la serie A, un pubblico che fino alla fine, quando oramai statistiche e tempo segnavano l’ennesima sconfitta, continuava a cantare, a battere le mani, a stringersi intorno alla squadra. Che ha finito col perdere 64-74 contro Viola Reggio Calabria. Un pubblico meraviglioso che tiene la fronte a questo Cuore che oramai stenta a smuoversi dal fondo della classifica. Un pubblico meraviglioso al quale alla fine è stato negato anche il saluto da parte dei giocatori. Un pubblico ed una piazza che merita solo applausi, non può ricevere anche questo schiaffo di indifferenza.
Basabe in panchina da infortunato
La partita parte con una Napoli energica, con Stefan Nikolic e Mascolo a rispondere a Pacher e Roberts. Carter sembra con la testa altrove e gioca da solo, difendendo male. Reggio ne approfitta e prova a scappare, ma il bimbo slavo e Mascolo la riprendono e chiudono il quarto in vantaggio. I reggini sono una squadra modesta, ma lunga in panchina. Coach Russo fa quello che può ruotando i pochi uomini (Sorrentino e Basabe infortunati, nonostante fossero presenti in panca) e restando attaccato alla voglia di riscatto e alla partita di cazzimma di Mastroianni. Ma è troppo poco, la Viola scava il solco facendo il minimo indispensabile.
Entra Caruso, classe 1999
Napoli, finalmente, fa esordire Guglielmo Caruso, classe 1999 e nel terzo periodo la musica cambia. Il più piccolo della compagnia, ma il più lucido, domina la scena prendendo rimbalzo, stoppando e arrabbiandosi per i fischi ingiusti di una terna arbitrale decisamente mediocre. Il tenore fa la voce grossa, ed è l’unico sorriso possibile in una serata in cui Napoli, oramai, vede lontane le speranze di salvezza. Ora è ultima a 4 punti, lontana sei punti dal terzetto delle penultime.
Applausi solo per lui
Mentre Carter faceva l’inventario delle cose da mettere in valigia, la partita andava avanti, manifestando la necessità di ingaggiare un playmaker ed un un altro lungo. Reggio Calabria non la chiudeva e Napoli, trascinata dalla classe di Caruso e dalla difesa di Mastroianni, sprecava in contropiede tre possessi per impattarla. Il quarto quarto è una corsa contro i nervi, e i reggini, a fatica, la chiudono con Passera e Pacher. A Napoli resta solo il lungo applauso per aver fatto la conoscenza di un giocatore che a breve sarà un top-player del basket italiano.
Serve un direttore sportivo
Il tenore Caruso, classe, attributi e tecnica, è stato l’anima di un Cuore che ha perso la scintilla per ripartire. Il match termina 64-74 per la Viola Reggio Calabria. La società deve necessariamente assumere un direttore sportivo e acquistare giocatori di categoria, per poter ancora restare aggrappati all’obiettivo salvezza. Le altre scappano, e tornare in B sarebbe un rischio troppo grosso. Coach Russo ha gestito bene i tempi, capendo i momenti della gara, riuscendo a fare il massimo con la rosa ristretta, e per certi aspetti inadeguata per la categoria, di più neanche il totem Popovich potrebbe fare. Stasera, alla prima dell’anno, ciò che ricorderemo, è l’assoluta grandezza del tenore Caruso, uomo immagine di un popolo, quello a spicchi, che merita uno sforzo serio, per la permanenza in serie A, che ora dista sei punti.