Le preziosità di Allan, la concretezza di Callejon, il bacio di Insigne alla cresta del Capitano. In attesa che torni il dialogo tra i due piccoletti
REINA. Ritorna al ruolo di spettatore non pagante, cara Ilaria. Il ruolo che preferiamo di più o no? E una sola parata, seppur in due tempi e col brivido, quella su Pazzini al 38′ del secondo tempo, non basta per dargli un voto – senza voto
No, non basta per dargli il voto, ma per dare a noi un brivido sì – sv
‘Cosa sa Hysaj che io non so?’
HYSAJ. Nel primo tempo la fascia destra è la dimostrazione calcistica del tutto scorre di matrice eraclitea. E il più Eraclito di tutti, lungo quella prateria, è proprio l’onesto Albanese nostro. Tra diagonali verso il centro e palle che mette nell’area, Hysaj gioca una signora partita, anche in fase di copertura difensiva – 7
La sua partita la riassumo con un’immagine: mancavano circa tre minuti alla fine del secondo tempo e lui portava a spasso la palla fino al limite dell’area, alla bandierina di calcio d’angolo. La portava a spasso che tu ti chiedevi :‘Perché la porta a spasso, dove vuole andare? Cosa sa Hysaj che io non so?’. E poi, stop: si gira, torna indietro e la calcia al nulla. Questa è la mia visione della partita di Hysaj – 5,5
ALBIOL. L’autobus gialloblu non supera quasi mai la metà del campo e lui presidia con calma la sua zona, finché non gli scappa Pazzini e lui, affaticato, chiede la sostituzione all’incazzoso Comandante in panchina. Guai da poco, per carità – 6
Unico neo. Per il resto solita intesa e solidità in accoppiata con Kalidou – 6
Il principio di identità aristotelico
MAKSIMOVIC dal 39′ del secondo tempo. Vederlo in campo moltiplica la nostra curiosità su uno dei maggiori misteri, costosi e dolorosi, del sarrismo. Chi è Maksimovic, Ilaria? Per dirla sempre in termini speculativi, Ilaria mia, dobbiamo affidarci al principio d’identità aristotelico? – senza voto
Per dirla in termini cinematografici, Fabrizio, il titolo dell’opera potrebbe essere ‘Maksimovic velato’ – sv
Dalla Torre Nera salutiamo le inseguitrici
KOULIBALY. In occasione del fatale corner, tutti abbiamo meditato nel nostro cuore una sua inzuccata vincente per bucare la rete di Giulietta, oggi più zoccola che mai. E lui, impassibile e statuario, ha ascoltato le invocazioni silenti e non di noi tutti. È stato il Befanone più bello del mondo, il caro Kouly. La Torre Nera da cui guardare dall’alto in basso tutte le inseguitrici. In più, là dietro, si è divertito con l’imberbe Kean – 7,5
Lui insacca e i compagni alzano le braccia al cielo per la felicità. Insigne gli corre incontro per festeggiare. Sempre a Lorenzo, al 21’ aveva servito una perfetta palla verticale – 7
Il fado di Mario
MARIO RUI. Incredibile dictu, incredibile a dirsi, nel secondo tempo è diventato anche lui eracliteo, sulla fascia sinistra. Era fluido e sciolto come mai l’abbiamo visto, forse. Non solo: è rimasto anche in campo per novanta minuti senza prendersi pause. Un piccolo miracolo dell’Epifania – 6,5
Bello il tocco di spalla al 20’ per Insigne, che però è in fuorigioco. Io Mario me lo immagino in canotta e pantalone largo e comodo, seduto sotto a un portico con il cappello calato sugli occhi, un drink nella sinistra, la mano destra a toccarsi i capelli e il fado che suona dalle casse dello stereo – 6
Il percussionista spietato (e prezioso)
ALLAN. Ormai è diventato un percussionista spietato, che fa ammattire i poveri avversari con i suoi assoli ossessivi, melodia per i nostri padiglioni auricolari. Prova anche lui la soluzione da fuori, ma paga il surreale clima di oggi, con quella palla che sembrava non voler mai entrare. Nell’azione strepitosa che porta Insigne a mangiarsi quel gol, è di Allan la preziosità più bella. Vale la pena riassumerla: apertura di Mertens a destra per Callejon, da Callejon ad Allan, indi tacco per la rovinosa ciabattata di Insigne – 7
Al primo minuto un passaggio perfetto, preciso al millimetro Mertens. Meglio: per la posizione in cui avrebbe dovuto trovarsi Mertens, che però non c’è. Dries si arrabbia col compagno e lo cazzèa. Allan, però, resiste sulla sua posizione, insiste che l’errore non è suo, ma di Dries che non ha fatto il movimento giusto. La caparbietà di quest’uomo è tutta qui. La maggior parte delle palle che arrivano in area sono merito suo e della sua intelligente abilità di gioco. Al 33’, quando parte palla al piede in una delle sue inarrestabili e bellissime corse, viene letteralmente atterrato: non era possibile fare altro per abbatterlo. Al 13’ del secondo tempo sradica letteralmente la palla agli avversari per servire Insigne che però prende palo, il secondo dopo quello di Mertens. Ma a un giocatore come Allan, Fabrizio, che gli vuoi dire? È Babbo Natale, Re Magio, Befana e pure tutti i santi del Paradiso – 7,5
JORGINHO. Come con il Crotone, gli tocca un altro superlavoro perché si gioca in una sola direzione. Il Napoli ha un possesso mostruoso che sfocia in decine e decine di costruzioni non finalizzate. Jorginho avrebbe potuto accendere di più la luce, anziché favorire un’inondazione di cross inutili dalle fasce. Ma quando gli avversari erigono il muro, la sua pazienza è fondamentale. Da segnalare un grande assist per Insigne e pure un tiroaggggiro per cercare il gol dell’ex – 6,5
Segnalo pure l’atterramento di Fares, al 45’: lo butta letteralmente a terra con una spallata – 6
Imprecisione sì, ma con stile
HAMSIK. Qualcosina in meno rispetto alle ultime convincenti prestazioni. Il Capitano però non sfigura, tra strappi e lanci efficaci. Solo che si lascia prendere da una smania frenetica ed è uno dei più imprecisi nella fase di tessitura – 6
Non so. Sull’imprecisione sono d’accordo. Ma io vedo movimenti migliorati, stile, eleganza. Non è, insomma, quello visto in campo fino a novembre. Gli rimprovero poche cose, stasera: non aver fatto incursione in area quando Callejon gli ha servito il cross al 12’; l’appoggio a terra bruttissimo e troppo di fretta del 10’ del secondo tempo. Ma quel colpo di testa di un minuto prima, che finisce tra le braccia del portiere, non è stato bello? – 6
ZIELINSKI dal 31′ del secondo tempo. Il suo impatto positivo sulla partita è evidente. Il ruolo di vice-Hamsik è quello più azzeccato per lui – 6
Certo, avere un vice come Zielinski è un lusso, eh! – 6
Il più concreto tra i tenori
CALLEJON. Beneficia anche lui della grande fluidità a destra e fra i tre tenori non alti è il più concreto. Non a caso è suo il gol del raddoppio che ci rasserena e ci manda oltre quota cinquanta. Quando gioca così è davvero insostituibile – 7
Con Hamsik un paio di volte non si capisce, ma non per colpa sua. Al 31’ è lui che innesca la bellissima azione che comprende il fantastico velo di tacco di Allan e la clamorosa cilecca della più netta occasione gol fino a quel momento da parte di Insigne – 7
MERTENS. Prende un palo dalla mattonella di solito occupata da Callejon e poi a tu per tu con Nicolas il tiro viene smanacciato dal pipelet gialloblu. Mertens è vivo e lotta con noi, al punto che si fa tutto il campo per recuperare in difesa su Fares. Per non parlare quando retrocede e fa il regista offensivo. Mettiamola così Ilaria: a fronte della mostruosa produzione quante palle davvero giocabili gli sono arrivate? Pochissime, da contare sulle dita di una mano. Ecco il punto. A meno che non riprendano una vena vincente i dialoghi tra lui e Insigne – 7
L’ho visto spesso fuori posizione, a volte un po’ pigro, altre propositivo. Altalenante, forse. Ma meglio in campo che fuori. Su Fares non mi è piaciuto. Nel senso: mi è piaciuto vederlo vestire per un attimo i panni di Cavani tornando indietro fino all’area presidiata da Reina per aiutare i compagni, ma che senso c’è nell’aver atterrato malamente quel poverello? Dopo, è tornato camminando al suo posto, mentre Fares è rimasto a terra per un lume di candela con il manto verde del San Paolo – 6
Il bacio di Lorenzo
INSIGNE. Di solito il Verona gli fa venire l’appetito migliore in fase realizzativa, ma stavolta i gol se li mangia. Detto dell’azione di cui sopra, colpisce un palo (di testa) e cerca continui e accademici tiriaggggiro. Per fortuna che ingarra l’assist decisivo per il due a zero di Callejon – 6,5
Il velo di tacco di Allan è stato splendido, ma quanto ti sei soffermato a guardare Insigne che coglie l’attimo e la palla, si gira, dribbla alzando la testa e manca – ahimè – di una ‘nteccchia la porta? Mertens era libero, poteva passargliela, è vero. Ma la bellezza è stata davvero tanta. Al 4’ del secondo tempo accenna un cross per Mertens che si trasforma in un quasi tiro che sfiora la porta. Al 9’ dà una palla bellissima ad Hamsik per quel fine colpo di testa di cui ho detto più sopra. A parte l’assist a Josè, è sempre Lorenzo che infiamma la curva e che bacia la cresta del capitano quando esce sostituito da Zielinski. Fabrizio, è questa la Befana per noi bambini napoletani! – 7
ROG dal 41′ del secondo tempo. Gioca pochissimo ma in copertura regala slanci di rara sostanza – 6
È lui che interviene a far riprendere Hysaj da quella cosa strana che ho descritto prima (andata e ritorno per tutto il campo con calcio finale al nulla). Si avvicina come se volesse pigliarlo a paccheri, invece va solo verso l’avversario a recuperare palla. E senza nemmeno fare fallo – sv
Maurizio vs Gian Piero: fede e speranza
SARRI. Svolta pure l’Epifania in cima alla classifica, dopo il martedì nero contro gli orobici. La partita stentava a sbloccarsi ma lui ha avuto fede e noi con lui. Il rientro di Milik s’avvicina e poi c’è il tormentone Inglese. Questo per dire che tutti quei cross un giorno potranno avere un senso – 7
Il Napoli della ripresa, stimolante e rapido. La magia dell’intervallo nello spogliatoio. Ognuno di noi ha un’immagine che associa agli allenatori passati dalle nostre parti. Mazzarri (appena tornato), era quello dei gol al 90’. Lui è quello che nella pausa tra i due tempi smista paccheri ed elisir che risvegliano i sensi più belli dei nostri. Una cosa difficile da dimenticare. Come è difficile dimenticare che la prossima, tra l’altro in trasferta, è proprio con l’Atalanta. La mia fede vacilla quando penso alla possibilità di trovare un inganno per Gasperini. Ma voglio avere fede – 6
Un Abisso di correttezza
ARBITRO ABISSO. Il nome spaventava, cara Ilaria. Soprattutto dopo che la Juve è riuscita a scippare il Toro con la complicità del Var (Ru-Var, eh eh!). Ma a noi riformisti i complotti non piacciono e Abisso arbitra che è una bellezza, non concedendo neanche un millimetro (di fuorigioco) – 6
Incredibilmente corretto. E pure molto cauto e calmo nel cercare di convincere Pecchia ad abbandonare la panchina dopo che quello non se ne voleva andare manco per niente. A proposito: si è capito perché si sono incazzati tanto sul gol di Koulibaly? – 6