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Spalletti esplode contro le domande sul mercato in tv: «Manca un centrale, sì, lo sa anche mia madre»

Luciano Spalletti, ai microfoni di Mediaset, sottolinea ancora una volta l’ossessione del giornalismo italiano per il calciomercato: «Non serve fare la stessa domanda 700 volte».

L’intervista a Premium, e non solo

Spalletti d’accordo col Napolista, anche se forse non lo sa. L’avevamo pensato e scritto, che eravamo ancora nel bel mezzo della sessione estiva. Il concetto di giornalismo televisivo medio, di interazione con il mondo del calcio, è fatalmente legato al calciomercato. Al solo calciomercato. Come se il calciomercato fosse l’unico modo per poter parlare di calcio alle persone. Il nostro sfogo è qui, e a suo tempo trasse spunto da una trasmissione di Mediaset. Anche Spalletti, ieri sera, ha sbroccato nel salottino postpartita dell’azienda del Biscione, ma è solamente un caso. L’intero giornalismo mainstream italiano basa le sue valutazione e la ricerca del correttivo sull’ossessione del calciomercato.

Il tecnico dell’Inter ha usato toni e frasi forti per far capire che sì, l’Inter ha qualche problema numerico. Ha solo tre-centrali-tre in rosa, e per centrali ovviamente intendiamo difensori centrali. Miranda, Skriniar e Ranocchia- Stop. Ci sarebbe Vandhousen, ragazzo della Primavera, ma è squalificato. Basta leggere, pensa Spalletti. Lo pensa anche in occasione dell’ennesima domanda, a cui risponde così: «Ma non ce la faccio più, fate come vi pare… Non so più cosa dire. Non parlo, perché poi sono io che devo andare negli spogliatoi a dire ai ragazzi che sono scarsi. Che devo fare? Io penso a lavorare. In questo momento non siamo al top della condizione. È sotto tutti gli occhi che ci manca un centrale, non c’è bisogno di indagare e analizzare ogni mia sillaba! Se li conti mentre scendono dal pullman te ne accorgi. Lo sa anche mia madre: da inizio stagione ci manca un difensore, non serve fare settecento volte la stessa domanda».

Il video

E poi, la stilettata finale. La più giusta: «La qualità delle persone si vede dalle domande, non dalle risposte. Se mi fate 750 volte la stessa domanda, io do per 750 volte la stessa risposta. Ma c’è qualche problema». Appunto.

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