Il tecnico del Napoli ha risposto in maniera perfetta ai giornalisti nel postpartita: la critica alla squadra era esattamente ciò che si aspettavano.
Dopo Napoli-Lipsia
Partendo dall’assioma secondo cui il Napoli ha fatto una scelta di esclusione (palese) tra campionato e percorso nelle coppe, parliamo del Sarri postpartita. Un tecnico attento alla comunicazione, che continua a mostrare i segni di un lavoro di autoperfezionamento continuo rispetto a sé stesso. Se la fotografia del prepartita era stata lucida, quella dopo il 90esimo è un’immagine costruita ma perfetta. Critica pesante al Napoli, all’atteggiamento della squadra, di tutto l’ambiente. C’è anche la critica di Sarri a Sarri, ovviamente Maurizio sa di non potersi tirare indietro perché fa parte del tutto.
Ecco, appunto. È il concetto che abbiamo espresso in questo pezzo: unità e coesione nei confronti di una scelta. Pragmatica, forse impopolare, sicuramente percettibile. Giusta, secondo il Napoli. Ma che, dal punto di vista comunicativo, non poteva andare altro che nella direzione scelta da Sarri tra interviste tv e conferenza stampa.
Sarri ha impersonato il ruolo del moralizzatore, del prof severo, della Cassandra nei confronti di una squadra che «deve fare proprio il salto di qualità proprio in quest’aspetto, nella gestione del doppio o del triplo impegno». Era quello che i giornalisti volevano sentirsi dire, era l’arrabbiatura che serviva per restituire all’esterno ciò che succede all’interno del Napoli. E non importa che sia o meno la verità. Del resto, una certa ipocrisia nei confronti dei mass media è da sempre una caratteristica abbastanza importante nel mondo del calcio.
Tra verità e fiction
Certo, al di là della parte fiction può anche esserci qualcosa di vero nelle parole di Sarri. La critica nei confronti dei ragazzi(ni) che non hanno azzardato la partita è perfettamente centrata: Diawara, Rog e Ounas avevano una buona occasione e l’hanno sfruttata male male. Anche chi è entrato dalla panchina non è riuscito a modificare l’inerzia della serata.
Cioè, come dire: tra il vero e il meno vero, Sarri ha detto quello che doveva dire. Nel modo perfetto, giusto, per assecondare una certa narrazione televisiva. Che, tra l’altro, ha stigmatizzato l’approccio alla partita di ieri fin dai primissimi minuti di telecronaca. Comprendiamo perfettamente anche quest’atteggiamento, pensiamo alle televisioni private che investono una certa quantità di denaro in un pacchetto di diritti tv e poi si ritrovano a trasmettere una partita già decisa. Non erano da condannare, ieri sera, ma il Napoli ha fatto una scelta.
Sarri ha risposto nel modo giusto a Condò ed Adani, si è arrabbiato con la sua squadra, ha spiegato che non dovrà ricapitare mai più. E non ricapiterà, oltre il ritorno di Lipsia. Non ci sarà più bisogno di una comunicazione di questo tipo, Sarri lo sa già. Lo sapeva da tempo. Ha saputo essere garante di una scelta, di un progetto condiviso, e ha costruito in maniera perfetta la rappresentazione del club, della sua immagine. Andiamo avanti, ora.