Un giorno all’improvviso / Calciavo molto forte di sinistro e mi diedero il soprannome Riva. Ma fu una delusione, e rimasi estasiato dal San Paolo che era proprio di fronte casa

Abitavo a Fuorigrotta
Sono nato nel 1965 e ho passato i primi 6 anni della mia vita a Fuorigrotta, via Lepanto 105, settimo piano. Dalla mia stanza vedevo uno spicchio di San Paolo ma la vera meraviglia ai miei occhi di bambino era la domenica, quando il quartiere si riempiva di colori, musica e allegria.
Tifavo Riva (e Cagliari) per il mio sinistro
Non è stato amore a prima vista però: come tutti giocavo a palla per strada ed essendo mancino, quando bombardavo le serrande abbassate dei negozi mi sentivo dire “uah, tene ’o sinistr comm’ a Gigi Riva”. Lo conoscevo bene per la Nazionale, mi informai , scoprii che giocava nel Cagliari e quindi quella divenne la mia squadra.
L’investitura di Juliano
Ci spostiamo in avanti, metà anni 70: da iscritto alla Società Sportiva Partenope (atletica leggera), vado ad allenarmi tre volte a settimana al San Paolo. All’epoca niente centri sportivi, niente Soccavo, niente Castel Volturno, niente divismo esasperato: quando giocava in casa, il Napoli calcio si allenava al San Paolo il venerdì, loro sul prato e noi ragazzini sulla pista a correre, facendo ammattire gli istruttori perché ovviamente eravamo distratti. Mi ricordo Savoldi che si fermava spesso a parlare con noi, il mio preferito era Braglia con i capelli lunghi e la maglietta fuori dai pantaloncini, Peppiniello Massa e il capitano.