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Napoli-Cagliari 1-0, e lo spogliatoio nel dopopartita: Krol era nudo e beveva birra

Una prima volta indimenticabile, sugli spalti e nel ventre del San Paolo. Due anni dopo, il pallone ennerre e l’autografo di Maradona (che però beveva aranciata).

Napoli-Cagliari 1-0, e lo spogliatoio nel dopopartita: Krol era nudo e beveva birra

I miti a un passo da me

Sono innamorato del Napoli da quando sentivo gli adulti parlare di Krol, Vinazzani e Pellegrini. Il mio primo contatto avvenne con la Primavera del Napoli, quando a 7 anni convinsi mio padre ad iscrivermi ai “pulcini” del Napoli che non esistevano. Arrivammo a Bagnoli al campo dell’Italsider e mio padre (faccia tosta per eccellenza) parlò con un dirigente che ci indirizzo ad una scuola calcio che si teneva al Collana “Scuola addestramento giovani calciatori” a cui mi iscrissi. Sulla tuta c’era solo scudetto del Napoli sul petto.

La prima partita fu Napoli-Cagliari con gol di Ferrario su rigore. Andai allo stadio con un amico di papà (che per motivi di salute non è quasi mai andato allo stadio). Questo suo amico poteva scendere negli spogliatoi. Infatti a fine gara scendemmo. Entrammo nello spogliatoio e la prima figura che ricordo era Krol (nudo) che beveva birra e mangiava madeleine. Mi fece un autografo sulla sua foto e mi diede un pizzico sulla guancia. Mentre Celestini distribuiva i numeri della riffa perdente: l’estratto avrebbe parlato con la stampa.

Nell’agosto del 1985 in vacanza vedo una stella cadente, ed esprimo un desiderio: vorrei il pallone del Napoli dopo una partita. Dopo tre mesi il desiderio si realizza: Napoli Verona 5-0. Scendo sempre negli spogliatoi, con lo stesso amico di due anni prima. Entro e c’è Diego in accappatoio che beve aranciata fatta in casa da una bottiglia di vetro (quelle da vino). Mi avvicino. Gli porgo il blocchetto e lui autografa. Poi Bagni, poi Giordano. Ma i miei occhi sono solo per quella rete piena di palloni: chiedo se posso averne uno (faccia tosta nel dna) tramite i buoni uffici dell’amico di papà, un giovane di nome Tommaso, che poi scoprirò essere il mitico Starace, mi consegnerà il famoso pallone della “ennerre”. Il mio amore per il Napoli è passato dalla porta principale.

 

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