Napoli-Genoa, la partita non guardata: un successo importante, che ci dice ancora una volta che la squadra di Sarri lotterà fino alla fine. Così deve essere, e così sarà.
La pantegana
Esco di casa, sono le 6 meno venti. Spira un vento forte e freddo, nevica, le calli sono sporche dopo l’acqua alta di stanotte. Mi passa davanti una grossa pantegana, non ne vedevo da un po’, forse ha fame o troppo freddo per rimanere in acqua. Le pantegane soffriranno il freddo? Stamattina ne fa parecchio eppure fra due giorni è primavera. La pantegana si rituffa in acqua, io mi avvio alla fermata del vaporetto per traghettare dall’altra parte. Sembra veramente dicembre.
Cappello ben calcato, mani in tasca. Una situazione da lunedì, roba che te saresti rimasto a letto, altro che treno, altro che Milano. Al bar della stazione mentre faccio colazione mi torna in mente il motivo per cui nonostante gelo e pantegana io mi senta bene: il Napoli ha vinto. Mi direte che non è una novità, ma ci sono vittorie e vittorie. Ognuna è diversa dall’altra, del resto neppure i lunedì sono tutti uguali, per non parlare dei caffè, quello di oggi è particolarmente riuscito, tenendo presente che si tratta di un espresso preparato in un bar del nordest, grado di difficoltà molto elevato, percentuale di riuscita molto bassa.
Fino alla fine
Questa vittoria è molto particolare, ha un sapore buonissimo. Si doveva vincere per rimanere al passo e continuare a giocarcela, non avevo dubbi su questo, ho sempre detto che il Napoli se la sarebbe giocata fino alla fine, così è, così dev’essere, così sarà. Vittoria importante anche per il modo in cui è arrivata. Il Genoa, come spesso accade, era ben messo in campo e il Napoli non mi è parso proprio brillantissimo ma mi è sembrato decisamente sul pezzo e pronto ad azzannare.
Lo sappiamo, in altri campionati avremmo pareggiato zero a zero dando addio a sogni e speranze, ci saremmo nascosti dietro la matematica e dietro l’impossibilità di andare a recuperare terreno a una squadra molto forte; come abbiamo visto (e sapevamo) anche loro ogni tanto mollano l’osso, non dobbiamo far altro che rimanere in zona. La partita sembrava compromessa dalla sorte, un paio di gol facili sbagliati nel primo tempo e due pali; Albiol è saltato più in alto della sorte. Quell’elevazione io la chiamo determinazione e così chiamo pure l’angolo di Calle.
Quale partita sporca?
Si dice che quando si vince così si porti a casa una partita sporca. Che vuol dire? Vuol dire che si vince una partita difficile, dove le occasioni sono poche, dove non si è molto brillanti, dove l’avversario non cede, dove perfino la sorte appare avversa. Si dice, invece, partita pulita quando il risultato è limpido, acquisito attraverso il bel gioco, quando è netto, magari 2, o 3, o perché no 4 a 0. Tutto vero. Sporco è difficile, pulito è brillante. Se vi dicessi che invece il Napoli ieri non ha vinto una partita sporca? Se vi dicessi che la vittoria contro il Genoa è più pulita di altre? Limpido è il risultato, limpido è stato il predominio, limpido il numero di occasioni da gol. Chiarissimo è il merito di chi ha vinto.
Pulito perché pioveva e si scivolava, come quando eravamo bambini. Pulito perché non ci sono state decisioni dubbie. Pulito perché a fine partita si sorrideva. Sporche erano le maglie, sporche come quando si gioca a pallone e si corre nel fango. Così è, così dev’essere, così è stato. Il Napoli rende pulite le partite sporche, è una lavatrice del palleggio.
Siamo
Siamo romantici e siamo realisti. Siamo sognatori e siamo disillusi. Siamo pronti e non lo siamo mai. Siamo cultori del bel gioco e siamo pazzi per le vittorie al novantesimo. Siamo amanti dei gol impossibili e siamo pronti a uccidere per un pallonetto inutile. Siamo pronti a difendere la squadra e siamo pronti a massacrarla. Siamo appassionati di un calciatore e siamo pronti ad abbandonarlo in serie B. Siamo per il contropiede e siamo per il possesso palla. Siamo per arrivare in porta col pallone e siamo per il tiro vincente da 25 metri.
Siamo per il passaggio filtrante perfetto e siamo per il rimpallo. Siamo per la punizione nel sette e siamo per l’autogol. Siamo per lo stadio e per il divano. Siamo contro la nazionale e siamo perché i nostri vengano convocati. Siamo per la diagonale difensiva e per il sinistro a incrociare. Siamo per il bello e per il necessario. Siamo per il superfluo e per l’essenziale. Siamo per il pulito così come siamo per lo sporco. Siamo noi ma siamo anche gli altri.
Note a margine:
- La tempistica milanista di Reina è sbagliata, anche se non ho dubbi sul suo comportamento da qui alla fine del campionato.
- Non riesco a smettere di pensare ad Astori.
- Nibali che vince in quel modo la Milano – Sanremo mi ricorda perché il ciclismo mi piaceva così tanto, mi fa pensare a mio nonno.
- “Allegri è il più bravo di tutti a cambiare la partita in corsa con le sostituzioni”. Se lo dite voi.
- Come stanno Benitez, Britos e Gabbiadini? Mi sono proprio dimenticato di loro.
- Dopo averlo lasciato in punizione per una settimana #IoStoConSarri di nuovo e fino al palazzo.