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Ho provato imbarazzo per Buffon, le sue parole specchio dell’incultura sportiva italiana

È il simbolo triste dell’Italia, alla ricerca perenne di scuse. La metafore del bidone dell’immondizia al posto del cuore è stata cosi povera e scarnificata da farmi cadere le braccia

Ho provato imbarazzo per Buffon, le sue parole specchio dell’incultura sportiva italiana

Il capitano della Nazionale italiana

Se l’andata mi aveva procurato qualche riflessione sullo stato della bolla speculativa nella quale vive il calcio italiano, il ritorno di Juventus-Real aggiunge una certa inaspettata amarezza. Ho visto il capitano della nazionale italiana, oltre che della squadra bianconera, inerpicarsi su un sentiero sconnesso e improbabile nel quale l’arbitro pecca di cinismo nell’applicazione di un regolamento. Il cuore. L’italiano che parla del cuore, l’organo nazionale. Il cuore del direttore di gara paragonato ad un bidone dell’immondizia è stata una metafora così povera e scarnificata da lasciarmi cadere le braccia.

Un’accozzaglia di comportamenti scoordinati

Non ne ho mai avuto una venerazione personale, ma ho sempre ammirato Gianluigi Buffon, un portiere di talento puro. Ascoltarlo formulare pensierini da dettato di scuola elementare a valle di una prestazione maiuscola della propria squadra mi conferma lo stato catatonico della cultura sportiva italiana – nella quale si è convinti di poter strattonare un arbitro e mandarlo a quel paese nella certezza di farla franca, o si usa (da laureati) un inglese stentato per sfottere o insultare l’avversario che parla un’altra lingua. Una accozzaglia di comportamenti scoordinati che ricorda quei turisti italiani che vedi scendere dagli aerei, quando sei all’estero.

È il simbolo triste dell’Italia

Li riconosci da chilometri di distanza, atterrano in una città straniera e si prendono a gomitate tra loro parlandosi in codice e immaginando che quel luogo sia di loro proprietà. Si prova imbarazzo. Ne ho provato anche per Buffon. E provarlo mentre ascolti un campione del mondo lascia un discreto amaro in bocca. È il simbolo triste dell’Italia, alla ricerca perenne di scuse. Alla quale neppure un quarantenne che ha avuto e dato tanto alla vita sportiva riesce a regalare qualche breve sprazzo di saggezza – un “Ci ho provato, ora ci proveranno altri”. Tutti avvinghiati alle proprie sedie ormai stantie. Peccato.

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