Tonelli il migliore della difesa. Allan e Callejon irriconoscibili. Milik preziosissimo, come l’assist perfetto di Insigne
REINA. Più che altro si gode il sole che batte sul san Paolo, anticipo estivo di tintarella. Poi un accidente del destino lo relega a spettatore incolpevole del gol polacco dei clivensi. Il lieto fine gli restituisce il sorriso, come a tutti noi – senza voto
Pensa che ciorta: uno sta là per i fatti suoi, con la cabeza sotto il sole e viene freddato all’improvviso da un errore della sua difesa sfruttato da un ex – sv
HYSAJ. Il Chievo si rinchiude nel suo fortino concedendo una totale tranquillità alla difesa azzurra, ma l’Onesto Albanese rimane comunque disoccupato in fase offensiva. La fascia destra per lui è intonsa, almeno finché c’è in campo Allan. Quando entra Zielinski, Hysaj osa finalmente qualche discesa ma senza grossi risultati – 5
La settimana prossima, con le fasce sconquassate dalla squalifica di Mario Rui, ci vorrà una gran ciorta anche qui – 5
Il migliore della difesa
TONELLI. A sorpresa c’è lui al posto di Chiriches e la linea difensiva diventa di nuovo simbolo dell’empolizzazione sarrita, tranne KK. Tonelli si adegua subito alla serenità generale e vigila attento senza sbavature. L’impazzimento di Koulibaly manda nei guai anche lui, la partita diventa disperata e Tonelli ricorre in attacco alla sua specialità, il colpo di testa su angolo. Ma trova la traversa – 6
Fino all’impazzimento di Kalidou Tonelli aveva il piglio migliore di tutti. Sembrava quello più intenzionato a vincere, proprio lui che di partite ne ha giocate pochissime – 6,5
KOULIBALY. Già con il Sassuolo aveva dato segnali preoccupanti. Oggi li conferma con una cappellata che poteva regalare alla Juve comodi cuscini per fare sogni d’oro. Si può sbagliare, certo, ma ci sono momenti e momenti per farlo – 4,5
Questo era il momento di prenderlo a paccheri, di certo – 4,5
Il furore di Mario
MARIO RUI. Si muove come un forsennato ma non incide quasi mai. Il suo furore, che si colora finanche di giallo, si scontra con il ritmo lento della squadra – 5
Si muoverà anche a vuoto, Fabrizio caro, ma vedere tutto quel movimento rincuora. Mi manca già – 6
Rilasciate Allan
ALLAN. Il potere ha logorato pure Allan. Ogni tanto si ricorda della sua forza e s’inventa al 28’ del primo tempo uno spunto che crea un po’ di movimento nell’area veronese, zona immobile e immutabile come l’essere di Parmenide per 89 minuti – 5
Questo non è il nostro Allan. Hanno già chiesto il riscatto per rilasciarlo? – 4,5
ZIELINSKI dal 25’ del secondo tempo. Con il suo ingresso ritorna la vita a destra – 6
La faccia di Piotr è sempre freschissima. Restituisce le forze solo a guardarlo prendere indicazioni prima di entrare – 6
Il tiro a giro che vendica Insigne
DIAWARA. Al gol poi ci arriviamo, cara Ilaria. Su questo ragazzo va fatta una riflessione: ha talento, è giovane ma il dogma dei titolarissimi non gli ha mai garantito un po’ di continuità. Poi si pretende che entri in campo e giochi diecimila volte meglio di Jorginho. No, non funziona così. E la salvifica rete a pochi secondi dalla fine gli ammorbidisce il giudizio mediocre, fatto di tocchetti e sponde – 6
Fabrizio, i tocchetti e le sponde lasciano il tempo che trovano. Oggi non esiste null’altro che lui. Quel piede magico messo all’improvviso, quell’invenzione del tiro a giro che vendica in un attimo tutte le ingiustizie del weekend: la vittoria della Juve sul Benevento che stava tenendo alla grandissima, i fischi del pubblico di una parte del San Paolo, i cori contro De Laurentiis, la contestazione ad Insigne (è Lorenzo ad essersi incarnato in Diawara; è a lui che sicuramente era dedicato il gol), la goduria che già aveva preso gli juventini intenti a cucirsi addosso l’ennesimo scudetto. E, come se non bastasse tutto questo, Fabrizio caro, c’è stato quello che è venuto a corollario del gol, ma che ci riempirà occhi, bocca e vita ancora per molto tempo: quella ostinata, salvifica, bellissima, urlantegioia e poetica corsa verso l’altro capo del campo, che si mischiava all’urlo bestiale di tutti noi. Non c’è voto che tenga per tutto questo. Uso il massimo solo per decenza – 10
HAMSIK. Questo tormentone dei record, tra gol e presenze, lo ha trasfigurato in un Capitano che si incaponisce sul suo ego, che non riesce più a trovare le battute giuste. Come alla mezzora del prima tempo, quando Insigne gli dà una grande palla che lui spreca in modo scontato – 5
Mi fa incazzare come mi fa incazzare mio figlio quando non mette nelle cose tutta la grinta di cui sarebbe capace – 5
Fiducia a Milik
MILIK dal 19’ del secondo tempo. Entra troppo tardi ma la colpa non è sua. Ci vuole un polacco per rivedere finalmente la cazzimma in campo. Milik e Diawara: due gol dalla panchina contro la dottrina degli intoccabili stanchi e talvolta inguardabili ma sempre intoccabili – 7
Un colpo di testa maestoso come lui e un’altra occasione sfiorata di un pelo. Ancora una volta, a distanza di pochi giorni, dimostra che è vivo, che c’è e che ha ancora moltissimo da dire. E facciamoglielo dire, mannaggia alla colonna, Maurizio!!!! – 7
CALLEJON. Si mangia un gol al 16’ del primo tempo e da quel momento in poi non fa nulla per migliorarsi. Va bene che l’autobus del Chievo non dava spazi ma da uno come Callejon, la migliore intelligenza della squadra, ci si aspettano anche idee – 5
I movimenti sono bellissimi, ma a volte ci vogliono solo le cagliose – 5
Ciro ha perso il tocco d’oro
MERTENS. Anche qui, come sopra: la colpa non è solo sua ma di chi lo schiera sempre e comunque. Il povero Ciro è stanco e il suo piede non trasforma più in oro tutto quello che tocca. Come il rigore sbagliato – 4
Lo schemino messo in campo da Sky per mostrare i rigori finalizzati la dice lunga: tutti a sinistra e uno solo al centro. L’incaponirsi sempre sulla stessa direzione nel tirarlo, anche stavolta, dimostra che non ha la forza, in questo momento, di inventare nulla – 4
ROG dal 49’ del secondo tempo – senza voto
Perché fare entrare un giocatore quando mancano pochi secondi alla fine? – sv
L’assist di Insigne
INSIGNE. È diventato una sorta di musicista pazzo che insiste sempre sulla solita nota. Il pubblico glielo fa notare, in una fase che fonde dramma, paura e disincanto, e lui s’incazza pure. In ogni caso è lui a mettere la palla in testa a Milik per il pareggio – 5
E che palla, Fabrizio, che ha dato! Un assist splendido. Ha fatto bene a zittire tutti – 6
La rivincita delle riserve (e che riserve)
SARRI. Un giorno disse che si sarebbe annoiato ad avere una squadra fatta di catenaccio e contropiede, altrimenti avrebbe continuato a fare il bancario. Bene. Oggi il suo Napoli fa calare la palpebra per lentezza e scontatezza. Senza dimenticare i titolarissimi stanchi. Sarri ha tantissimi meriti ma queste sono le settimane dei suoi limiti, sulla soglia dell’ottusità – 5
Il gioco del Napoli è bellissimo: è straordinario vederli giocare a memoria, conoscere le posizioni reciproche come in una famiglia si riconosce l’umore dei componenti dalle sole inflessioni della voce. Però giocare a memoria vuol dire anche farsi riconoscere. E forse quello che serve al Napoli, in questo momento, è proprio un po’ di freschezza. E la imprescindibile necessitò di crederci fino alla fine. Perché sarebbe un delitto non farlo. L’ignavia è un peccato mortale, nella vita. Se i non titolarissimi hanno più fiducia nel risultato, occorre dare fiducia a loro – 5
ARBITRO MANGANIELLO. Forse manca un rigore – 5
Di certo manca un’espulsione – 5