Ancora una volta si allea con la pancia del tifo («Resto se posso far contenti i tifosi) e alimenta il clima contro De Laurentiis che a sua volta dovrebbe essere più chiaro sui limiti del Napoli
Il processo aperto dai papponisti
Caro Massimiliano, sono d’accordo con te: non è finita fino a quando non è finita. Però siamo tutti amareggiati e c’è chi ha già aperto il processo. Anzi c’è chi non l’ha mai chiuso. Leggo di contestazioni a De Laurentiis, per opera di tifosi papponisti. Ma quelli sono casi disperati, nel senso che non cambieranno mai idea per quanto uno voglia dialogarci. Per loro c’è una ferita da sanare, la presenza del “romano”.
Andiamo avanti. Ho ascoltato Sarri dire: “Resto a Napoli molto volentieri se posso fare felici i tifosi”. Ah, allora non sono papponisti solo i tifosi. È papponista anche l’allenatore. Mi viene da dire che sono proprio arrugginito come giornalista: scrivo oggi cose evidenti da mesi, forse da sempre. Sarri si allea con la “pancia” del tifo contro De Laurentiis, e rinuncia ad essere un professionista che spiega in modo onesto i problemi che ci sono. “Resto a Napoli se posso far felici i tifosi?” E che altro significa questa frase se non che lui ha fatto il massimo con il poco che gli si è dato e quindi lancia un siluro mirato sulla società? E se avessimo vinto, quindi, sarebbe stato tutto merito suo? Il “poco”? Ora si potrebbe argomentare molto sul “poco” che gli si è dato. C’è chi col “poco” che gli è stato dato è arrivato in semifinale di Champions. Perché non dire dove e come si sbaglia? A quasi sessant’anni dovrebbe essere un’operazione relativamente semplice, si chiama onestà.
Regna lo scaricabarile
In un mondo civile e governato dalla razionalità un professionista si ricorderebbe che accettando di guidare un’impresa se ne accettano tutti i limiti. Se condividi una responsabilità, non la scarichi appena le cose vanno meno bene di prima. L’allenatore non è un lavoratore dipendente. Ma non siamo in quel tipo di mondo e neanche in quel tipo di etica. Qui regna lo scaricabarile. “È colpa sua”, “no, è colpa di quell’altro”. Bello, fantastico, professionale: soprattutto quando nasconde l’attesa di un’offerta altrui o addirittura un negoziato già in corso. Tutte cose legittime, basterebbe non vendercele come rosa corta.
Io so che chi sta leggendo si starà chiedendo perché metto in file notizie vecchie e considerazioni tutto sommato normali. Lo faccio perché ci avviamo a vivere brutte settimane e invece sarebbe bello viverle bene, con la consapevolezza di aver visto un grande Napoli ed essersi divertiti quasi fino in fondo. Quasi. Io, al contrario tuo, Max, sono pessimista: la zizzinella è finita. Ci siamo divertiti, ma ora cominciano i problemi, le recriminazioni, gli scaricabarile.
I tifosi hanno diritto a un ambiente senza veleni
Quanto sarebbe più sano e più sereno vivere il passaggio senza veleni polemici? Resti? Bene, ci fa piacere. Non resti? Te ne vai per un’occasione migliore? In bocca al lupo, sei stato un grande, ci hai fatto vivere momenti bellissimi. Noi tifosi non abbiamo il diritto di vincere, questo no, ma di vivere in un ambiente senza veleni e bugie sì. Sarri potrebbe aiutarci molto nel realizzare questo obiettivo. Basterebbe non voler uscire con la botte piena e la moglie ubriaca da questa vicenda. Se c’è una cosa che ho apprezzato in Reina, c’è che non ha trovato pretesti alla sua scelta; ho deciso di andarmene, ci ha detto, e non ci sono margini di recupero. Eccellente. Così fanno i professionisti seri. Se anche Higuain lo avesse fatto, l’avremmo apprezzato di più.
Ci si mette anche De Laurentiis
Certo non è che poi dal lato della società ci sia la festa degli innocenti. De Laurentiis continua a parlare con lingua biforcuta e riesce nell’impresa di passare regolarmente dalla parte del torto. Spiegasse con chiarezza i limiti economici delle prospettive del Napoli, sarebbe più facile difenderlo dai deliri della “pancia”. E io vorrei difenderlo, perché provo simpatia per le sue capacità che ci hanno fatto rinascere dal nulla nel quale eravamo caduti. Ma non si può chiedere al gatto di non prendere il topo, è la natura.
Se solo tutti ci aiutassero a non vivere nella tempesta…