In tv include il fallo di mano di Bernardeschi a Cagliari tra gli errori arbitrali di quest’anno. Il Napoli fa la partita fotocopia di Reggio Emilia
Falli da dietro – Commento alla 31esima giornata del campionato 2017/2018
Limoni spremuti.
Ne mancano sette al termine, ma già quasi tutte non ne hanno più.
Impossibile assorbire in tre albe la tremenda sculacciata madridista.
E con essa l’estasi per il magnifico Abelinha in looping nel cielo di Torino a firmare un frame immortale che racconterà ai posteri cos’è il calcio.
Per di più al Vigorito, sempre in festa, c’è da incontrare streghe indomabili tese a onorare finché in vita un campionato che in molti episodi hanno sprecato.
Dannate stregacce! Quanto sperpero. E quanti rimpianti.
Gli innesti di gennaio hanno rimodellato una squadra che ora esprime un gioco gradevolissimo e moderno, grazie all’intelligenza di Roberto De Zerbi.
Per due volte i sanniti riacciuffano i paludatissimi avversari e non mollano.
Finchè non arriva il molto discusso rigore sul Gordo Gano.
Il regalino di Pasqua, come dirà qualche commentatore rancoroso.
Per via del nome dell’arbitro.
Che appunto si chiama Pasqua, e pare sia uno dei più promettenti talenti della classe arbitrale italiana.
Talento esibito poco, nella circostanza.
Il “rigorino” – come lo definisce l’imparziale Marelli – è concesso per un contatto accentuato dal furbo panzone bianconero e di valutazione molto personale.
La tensione si trasferisce in tribuna dove alcuni tifosi esasperati si scagliano contro Nedved al grido: “Ladri, ladri!”.
Il Pallone d’Oro dai fluenti capelli di identica tonalità perde la pazienza e affronta impavido la zuffa. Sedata, pare a fatica, dalle forze dell’ordine.
Più tardi Nicola Rizzoli cercherà di sintetizzare in diretta televisiva le regole del protocollo Var.
E ammetterà che, nel corso del campionato, qualche errore è stato commesso.
Includendo fra questi – non senza sorpresa – il famoso mani in area di Bernardeschi a Cagliari.
La replica di Reggio Emilia
Limoni spremuti.
C’è Il primo sole d’aprile e al San Paolo c’è il pienone.
È la replica di Reggio Emilia.
Elfi sfiniti, avversari vivissimi.
Diawara cancellato dalla ferrea marcatura a uomo, ora di Inglese ora di Meggiorini.
Il Giak ripudiato, in non possesso, si allarga sulla sinistra a intasare la corsia di Lazarillo e dell’albanese.
Potrebbe sbloccare il Fiammante Fiammingo che pretende di tirare dal dischetto.
Ma in porta c’è il cavese Sorrentino che è un esperto.
Da lì in poi le prenderà proprio tutte. Accrescendo lo sconforto in campo e sugli spalti.
I polacchi
È l’ora dei polacchi.
Sor Tuta decide finalmente per Milik e per il non amato 4-2-3-1.
Ma entra anche il gioiellino Mariusz Stępiński, fra i pandoro.
Ed è subito merenda.
L’Imperatore nero sbaglia un appoggio, il giovane nipote di Chopin ne approfitta e infilza il Pepelato.
Tensione in campo e sugli spalti.
Il tifo non perdona gli errori del Pibe di Fratta.
Lui replica prima a gestacci autoctoni, poi con un’ imbucata da campione per la testa di Arkadio, l’Armadio di cristallo.
Quanto sono mancate le sue inzuccate in tutti questi lunghi mesi. Bentrovato.
Il San Paolo è un vulcano.
Ed è il suo invisibile magma di passione a indicare la traiettoria per l’ultimo pallone di Diawara.
Vincere all’ultimo minuto è sempre un bel segno.
Il campionato è – forse solo in teoria – ancora vivo.
Il limone spremuto può ancora regalare gocce di succo sublime.
Fino alla fine. Fino all’ultima stilla.
Roma e Inter
Limoni spremuti all’Olimpico.
I Sangue-Oro neri di botte e di umore per gli esiti del Neu Camp, si lasciano fregare due volte da Simeone.
Ma la vittoria stilnovista è tutta di Riccardo Saponara.
Cinque volte titolare, cinque partite super come ai bei tempi, quando era chiamato “Campione” e su di lui si puntava ciecamente. Cinque vittorie di fila.
E una dedica struggente su Instagram al suo amico Davide Astori.
Limoni spremuti al Filadelfia.
Che poi, come abbiano fatto a spremersi tanto i Suninter, senza impegni d’Europa, è un mistero.
Il Parapet esclude Rafinha, che pure nelle ultime uscite aveva cambiato il volto della squadra, per preferirgli El Greco Borja, e sbaglia.
Sbagliano in quantità industriale gli attaccanti nerazzurri.
Così alla fine ai granata basterà un gol dell’ ex di turno, il serbo Adem Ljajic.
Ma l’eroe del giorno è Sirigu, Salvatore di nome e di fatto.
A fine gara gustoso scambio di battute fra i due tecnici toscani.
“Ohi, Mazzarrino, che ci hai un culo! Che non mi vuoi stringere la mano? E ci hai sempre paura della tua ombra!”.
“Io sono un toro maremmano. Con me tu, toscano della collina, a braccio di ferro perdi sempre”.
Milano e Manchester
I risultati di Roma e Torino sono un magnifico assist per Gennaringhio.
Ma anche i suoi sono spremuti, e non ne approfittano.
A San Siro Politano replica la gara contro gli azzurri di sette giorni fa, e per i cinesi rossoneri il sogno europeo si allontana.
La generosa pappagorgia di Fassone trema al solo pensiero che la cosa si possa verificare.
Sarebbe economicamente una tragedia per i traballanti, e tuttora oscuri, bilanci societari.
Top match a Manchester.
Il City all’intervallo vince 2-0. Se finisce così, potrebbe già sturare lo champagne per i titolo.
Negli spogliatoi Mou imita l’ Al Pacino di “Ogni maledetta domenica”.
Un breve discorso ai ragazzi di rara efficacia. “’Non dovete essere dei clown che stanno lì a guardare come il City festeggia la Premier”.
Parole che danno la carica.
Lo United rientra e fa tre goal.
Per il City festa rimandata.