Un nome e un cognome particolarissimo, poco diffuso, eppure un amore così semplice da riconoscere: Napoli ha adottato “Arcadio” Milik.
La stranezza di un nome e cognome
Che nome è Arcadio? Evoca pecorelle, agnellini e “Heidi, ti sorridono i monti…”. Ci sono solo due calciatori italiani con questo nome: Arcadio Spinozzi, terzino della Lazio degli anni ’80; e Venturi, mediano, storico capitano della Roma, passato poi all’Inter e citato da Beppe Bergomi. Nel mondo c’è solo un calciatore, argentino, Arcadio Lopez, mediano sinistro degli anni ‘30. E in Polonia sei calciatori, due schermidori, un pentatleta. Su tutti, però, Josè Arcadio Buendia, capostipite della famiglia nel capolavoro di Gabriel Garcia Marquez ,“Cent’anni di solitudine”.
Per non parlare di santi, cardinali e imperatori. Perfino un grammatico greco portava questo nome così poco diffuso e che nessuna mamma (io credo) darebbe a uno dei suoi figli maschi. E poi Milik, un cognome che mi ricorda la cioccolata Milka o il latte appena munto, quello genuino, nobile.
Bisogna dire che nel nome e cognome non è affatto fortunato, Arkadiusz Milik. Così lontano dai nomi dei santi Gennaro, Ciro, Pasquale, Giuseppe ma anche Diego, Massimo, Claudio… Ma nel nome c’è anche il destino di ognuno di noi: Milik vorrebbe dire proprietà, possesso, appartenenza.
E di chi sarebbe la proprietà il possesso l’appartenenza? Del Napoli, amici, del Napoli… Avrai anche un nome inusuale e un cognome particolare, Arcadio Milik, ma ti vogliamo bene. Ti vogliamo bene, gigante che sai di latte buono, fresco, appena munto.