Il Mattino ricostruisce le motivazioni alla base dei deferimenti. Per il Napoli deferiti De Matteis, Cassano e Formisano, ma il club si difende.
L’articolo del Mattino
Ieri la notizia del deferimento di Reina, Paolo Cannavaro e Aronica, oggi le ricostruzioni. Il Mattino mette insieme tutti i pezzi del puzzle, a cominciare dalle situazioni relative all’ex capitano azzurro. Leggiamo: «Cannavaro ha provato a piazzare un orologio di dubbia provenienza al compagno di squadra Cavani (valore 400mila dollari); in altre telefonate, l’ex difensore azzurro (poi del Sassuolo) si impegna a procurare due biglietti per due soggetti legati a famiglie di camorra (Bosti e Lo Russo); per non parlare di una vacanza a Ibiza, ancora di Cannavaro e del portiere Reina, insieme ai tre imprenditori giocattolai Esposito (in cella per reati aggravati dal fine camorristico); oppure del tentativo di far acquistare a Reina una fuoriserie da imprenditori in odore di camorra».
Il Mattino spiega che non sono stati riscontrati fatti di livello penale, ma ora le carte sono nelle mani della Procura Federale, che ieri ha ufficializzato i deferimenti per «frequentazioni sospette». Nello stesso fascicolo sono state deferite anche le società Napoli, Sassuolo e Palermo, ovvero le squadre in cui hanno militato i calciatori ai tempi dei fatti. Detto questo, Il Mattino spiega che i tre club «rischiano un’ammenda, si escludono penalizzazioni per i rispettivi campionati».
Reina
Per quanto riguarda l’ormai ex portiere del Napoli, alla base del deferimento ci sarebbero «rapporti intrattenuti inopportunamente ed amicizia, concretizzatisi in vacanze, disponibilità d’uso di auto di grossa cilindrata di proprietà di Gabriele Esposito e agevolazioni all’accesso in zona riservata dello stadio San Paolo in occasione delle partite ufficiali».
I dipendenti della SSC Napoli
Anche tre dipendenti della SSC Napoli (il team manager De Matteis, il responsabile alla biglietteria Cassano e il direttore marketing Formisano) sono stati deferiti. Per quanto riguarda Formisano, il caso farebbe riferimento a «rapporti commerciali, contratti di sponsorizzazione e di licenza di uso del brand Napoli con Gabriele Esposito. Formisano si sarebbe impegnato a fornire la relativa documentazione contrattuale. Un impegno mai onorato, aggiungono dalla Federazione, in riferimento al tentativo di commercializzare orologi con il brand Napoli. E di sfruttare i contatti social di campioni del calibro di Callejon. Che, ovviamente, è estraneo a questa vicenda».
Infine, il caso biglietti: «C’è una telefonata del 17 gennaio 2014. A contattare Paolo Cannavaro è tale “Lello”. Che chiede due biglietti “omaggio per una partita del Napoli destinati a soggetti legati alla famiglia Bosti e ai LoRusso”. Sulle prime, il difensore prova a fare resistenza (“già te ne ho fatti avere sei”), mentre “Lello” insiste (“Allora non contiamo più niente?“), oltre a rimarcare la necessità di mantenere massimo riserbo sull’identità dei destinatari finali. Uno scenario sul quale il direttore marketing Formisano non rilascia dichiarazioni (è stato ascoltato dai pm a Napoli giorni fa come persona informata dei fatti). Anche se i vertici del club azzurro ricordano l’impossibilità di conoscere il destino giudiziario di tutti coloro che entrano in rapporti commerciali con il calcio Napoli; oltre a sottolineare che sui biglietti omaggio in genere prevale il carattere fiduciario tra la società e il calciatore richiedente».
Le parole di Grassani
Le parole di Mattia Grassani, legale del Napoli: «Non ci aspettavamo questo deferimento. Parliamo di un’indagine in cui il Napoli ha collaborato. Ci saremmo attesi un altro tipo di conclusione. Se i giocatori fanno delle scelte nella loro vita privata, trovo ingiusto che venga poi tirato in ballo il club. Ci opporremo alle decisioni della Procura».