Una nostra lettrice risponde all’editoriale sull’arrivo di Ancelotti: il Napoli non può essere solo una fonte di profitti, e Sarri ha scelto di accontentare tutti i tifosi, non solo i papponisti.
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Caro Direttore, seguo da sempre il Napolista e da sempre ne condivido la gran parte dei contenuto… Ieri, però, leggendo la tua analisi sull’arrivo di Ancelott al Napolii, un po’ ho sofferto. Innanzitutto mai stata tra quelli che ritengono De Laurentis un pappone, mai pensato di non riconoscere a lui il merito di aver recuperato una società calcistica distrutta e di averla riportata lì dove è ora.
Detto questo, ho sempre pensato che il suo ruolo di presidente lui lo abbia sempre e solo interpretato da imprenditore. Nella sua visione (ed è quello che dici anche tu quando parli di agganciare la società ai mercati) noi tifosi, pazzamente innamorati della nostra squadra, siamo solo una fetta di mercato da conquistare. Nulla di male, sia chiaro! Fa bene il suo lavoro di imprenditore, tenendo bene i conti. E avendo anche un giusto e meritato profitto.
Vedere i tifosi
Una squadra di calcio però a Napoli forse e dico forse, non merita solo di essere impresa, per tante ragioni! Giusta l’idea di voler essere una società che guarda all’Europa nella sua gestione, giusto non fare azzardi insostenibili poi economicamente. Però se solo riuscisse anche a vedere nei tifosi napoletani non solo una fetta di mercato ma anche un popolo che si nutre da sempre di pallone e che per una vittoria a Torino contro la Juve è capace di far esplodere una città…..
Insomma, tutto quello che vuoi: Sarri ha sposato più i desideri del pubblico. Ma ha anche sposato una linea di buon senso. Rimanere in coppa avrebbe giovato alle tasche societarie ma certamente non l’avremmo mai vinta; lo scudetto invece, proprio grazie alla sua determinazione, siamo arrivati ad un soffio dal vincerlo. Non è buon senso questo?
Ecco, in questo mi discosto dal tuo pensiero. Tanti ringraziamenti sempre a De Laurentis, ma provare per una volta a seguire il cuore dei tifosi piuttosto che la via più utile al profitto, che male c’è?
La scelta di Sarri
È vero, Sarri ha scelto i tifosi. Ma non solo quelli accecati che urlano De Laurentis “pappone”, che vogliono vincere a tutti i costi, che se vincono sono tifosi e se si perde insultano e fischiano. Ha scelto anche quelli che come me. Che hanno imparato ad amare e seguire il Napoli col disincanto di mia nonna, una tifosa che non smetteva di guardare una partita anche se si perdeva 5 a 0. Fino al novantesimo perché “non è finita finché non è finita”. Sarri ha scelto i tifosi che soffrono per gli insulti che riceviamo in tutti gli stadi di Italia (ma poi perché ci insultano?). E lui, con la sua rozzezza, ha pensato di difenderci con un gestaccio che – credimi – è assai lontano da me, ma che ho compreso e ho amato in quel frangente.
Insomma, capisco la linea di De Laurentis…. Ma è da ieri che ci penso: tra un Presidente imprenditore ed un Presidente tifoso, non si potrebbe fare come ci ha insegnato il nostro buon Massimo Troisi, 50 giorni da orsacchiotto?
Con affetto