Versate lacrime di gioia, sceglierei lo Zenit solo per conquistare il Palazzo d’Inverno. Altro che quella schifezza di Castel Volturno
Unione delle Repubbliche Socialiste Sarrite
Donne e uomini, anziani e bambini della rivoluzione,
popolo di Napoli e dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sarrite (Urss),
il momento è topico e “in questa lotta fino alla morte non ci sono frontiere”, come scrisse il Che a Fidel quando disse addio all’amata Cuba. Vado dove mi porta l’estetica, se questo può attutire il vostro doloroso smarrimento.
Forza, facciamoci coraggio. Vi ricordo che questa terra ha dato molto alla psicologia e per il trauma da separazione ci sono molti specialisti ansiosi di offrirvi il loro aiuto (www.psicamp.it).
No, non versate lacrime di tristezza ma di gioia. Grande gioia. Perché in queste ore può avverarsi il mio e il vostro sogno: conquistare e visitare tutti i giorni il Palazzo d’Inverno. È questo che mi spingerà forse a scegliere lo Zenit San Pietroburgo. Lì finalmente potrò ammirare l’edificio che sul suolo italico solo Orsato e il capitalismo ci hanno impedito di prendere.
Il Palazzo d’Inverno è molto grande: ha 1.057 stanze, 1.945 finestre e 1.786 porte. Ci staremo tutti comodamente. Altro che quella schifezza di Castel Volturno. Il tempo fugge e sto ripassando la grammatica russa, anche se non riesco a trovare la parola “empolizzazione” in cirillico.
Ma alziamoci tutti in piedi e rendiamo onore al vero Palazzo d’Inverno. Vi aspetto, compagni e cantiamo insieme: