Jorginho-Fabian Ruiz come rappresentazione strategica del Napoli: agire senza fretta per capire quali sono le migliori opzioni, anche in base al mercato.
Jorginho – Fabian Ruiz
L’operazione congiunta Jorginho-Fabian Ruiz è la diapositiva del mercato del Napoli, ne è la rappresentazione plastica. Il Napoli ha deciso di vendere un calciatore e di sostituirlo con un altro elemento, più o meno sovrapponibili. Rispetto a questo affare parallelo, il Napoli è in attesa: si muove Jorginho, si muoverà Fabian Ruiz. Si vende in un certo modo, si compra in un certo modo, devono entrare 50-55 milioni prima che ne escano 30.
È una fotografia perfetta della condizione in cui si trova la rosa di Ancelotti, che ha due urgenze di mercato: i portieri e il terzino destro di riserva. È lì che il Napoli deve esporsi, teoricamente il prima possibile. Allo stesso tempo, però, c’è anche da lavorare con il tempo e nel tempo, per un motivo molto semplice: il Napoli deve capire se qualcosa si muove. Ed è un riferimento al proprio mercato interno e al mercato degli altri, sistemi in continuo scambio.
È una situazione semplice, come stiamo appurando proprio in queste ore: questa mattina i giornali davano per fatto Meret al Napoli, con Karnezis come guida di riferimento. Poche ore dopo, di nuovo Areola al centro del discorso. Anche questa è un’attesa rispetto a quanto succederà, al domino dei portieri: con Alisson a Madrid, si innescherebbe un’inevitabile reazione a catena, per cui la Roma avrebbe bisogno di un portiere, e potrebbe andare su Navas o su Meret, il Psg prenderebbe Buffon e a quel punto uno tra Trapp e Areola dovrebbe lasciare Parigi. Il Napoli potrebbe inserirsi in questo giro, evidentemente non ha ancora deciso su quale tavolo puntare le proprie fiches. Meret è un’opportunità, ma si vuole valutare anche l’investimento su Areola. Il tempo c’è, il ritiro inizia tra dodici giorni. E le possibilità sono molteplici.
Nessuna urgenza
Il Napoli sta seguendo questo copione in tutte le zone del suo organico, consapevole del fatto che qualcosa potrebbe cambiare ovunque. C’è (c’era?) l’incognita Sarri-Chelsea per il ruolo di terzino destro, conosciamo il rapporto di feticcio che lega Hysaj all’ex allenatore azzurro. Con Hysaj in partenza (dietro pagamento di clausola rescissoria), il Napoli avrebbe bisogno di un investimento diverso sull’out destro, il solo Lainer non basterebbe. E a quel punto potrebbe essere acquistato un laterale con caratteristiche diverse, una scelta che cambierebbe tutto.
Idem al centro della difesa e in attacco, con Albiol e Mertens e Callejon a rischio uscita. De Laurentiis, in caso di addio (tre clausole in scadenza, i primi due calciatori sembrano imprescindibili mentre il terzo è più “libero da vincoli), dovrebbe sostituire Raul, Dries e José con calciatori di livello, con esposizioni importanti. Forzare adesso per pura fretta, senza neanche la valutazione diretta del tecnico, non sarebbe una mossa intelligente. E poi, come detto prima, c’è il mercato degli altri: in caso di clamoroso giro di attaccanti, con Lewandowski al Real e Benzema in partenza, Napoli risulterebbe un’importante soluzione di ripiego rispetto ai top club. Lo status di periferia dorata del calcio internazionale, impreziosita dalla presenza di Ancelotti in panchina, potrebbe far gola a calciatori alla ricerca di una nuova dimensione – ferma restando la stratificazione economica tra top club e resto del mondo.
Il tennis
Insomma, abbiamo scritto qui cosa manca al Napoli di Ancelotti. La situazione non si sblocca, ma la sensazione è che si tratti di una strategia. Di una posizione d’attesa, come nel tennis. Chi ha giocato lo sa: gambe elastiche, due mani sulla racchetta, schiena inarcata; dopo, dipende tutto dal colpo dell’avversario, dal tuo posizionamento, dall’esigenza di fare punto e/o gestirlo. Il Napoli sta giocando con calma il suo secondo set. Il primo l’ha già vinto, ha un organico di valore (434 milioni secondo Transfermarkt) e può pensare di contenere. Prima di colpire forte, o di mettere semplicemente la palla in campo.