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Il libero pensiero è altro rispetto allo schierarsi tra Saviano e Salvini

È una scaramuccia tra due ego convinti che il loro pensiero sia dominante. Due debolezze distanti da chi ritiene che la politica sia impegno e partecipazione

Il libero pensiero è altro rispetto allo schierarsi tra Saviano e Salvini

Il nemico del mio nemico…

Il nemico del mio nemico è mio amico…

Mica è tanto vero, a volte si rischia di finire dalla padella alla brace.

Il pensiero libero e autonomo è il solo che valga la pena perseguire.

La querelle Salvini/Saviano come al solito in Italia ha fatto schierare le tifoserie che affilano coltelli pigiando sui tasti delle consolle nello spazio internettiano, anzi, più precisamente nelle galassie social che oggi sono osannate come la perfetta forma e piattaforma comunicativa. 

Quello, però, cui si assiste nello scorrere di questa tenzone è lo schierarsi di un partito terzo, quello che sempre ostile a Saviano o a Salvini, pur di affossare lo scrittore o denigrare il ministro si schiera apertamente con l’uno o con l’altro nel segno del nemico del mio nemico è mio amico.

Due persone convinte che il loro pensiero sia dominante

Credo che mai come in questa fase di enorme confusione di ruoli e valori un atteggiamento del genere sia più vicino all’interrare la testa come gli struzzi e “dimenticare” che la battaglia tra i due “eroi” nazionali è null’altro che una scaramuccia tra due persone che la pensano in maniera pressoché identica.

I due sono convinti che il loro pensiero sia dominante e portatore di verita’ e giustizia, senza mai essere minimamente sfiorati dal dubbio che altri possano apportare migliorie alle loro idee o addirittura essere diamentralmente contrari, ma essere nella ragione.

Quante volte Saviano ha tacciato di “mafiosità” coloro che non erano d’accordo con le sue idee? Quante volte volte è riuscito a denigrare persone e personalità che tentavano di dissentire con il suo “egopensiero”? La comunicazione e l’impatto mediatico che gli è stato tributato nel tempo ha fatto si che potesse dissertare su tutto e tutti, non conoscendo assolutamente nulla di cui parlava e pontificava, le mele del Trentino o giù di lì ne sono un esempio…

Usano gli stessi meccanismi

Stesse armi e stessi meccanismi usa Salvini che pur di stare sulla bocca di tutti parla di chiusura porti, vaccini, censimenti, e tant’altro, ma sempre con l’accortezza che lui non debba firmare nulla, lo fa fare ai suoi colleghi ministri (se lo fanno) e non ci parla mai di mafia, camorra, ‘ndrangheta e crimine vario, ci distrae con la minore spesa possibile  e   dimentica, che a suo tempo, ha  diviso un paese a metà esortando una delle due ad usare il sapone.

Non entro in altri particolari, tutto questo non è interessante quanto il capire perché coloro che storicamente lontani a Salvini o Saviano oggi sono pronti a prenderne le difese e combattere la battaglia contro il nemico di ognuno dei due.

Dimenticano queste persone che esiste anche la terza via della guerra ossia il far i indebolire i tuoi avversari, per colpirli nel momento loro debolezza.

Due debolezze

Debole è Saviano quando si erge a paladino della sinistra non essendo mai stato dichiaratamente di sinistra ma di sicuro uno che amava salotti, talk show supini, meeting senza contraddittorio e prima di tutto pupillo di una casa editrice che propriamente di sinistra non era. Insomma una sorta di radical_chic cui oggi le piazze e quegli “ignoranti” di italiani si sono rivoltati contro.

Debole è Salvini che con un 17% crede di avere la maggioranza del paese dalla sua, dimenticando che c’è sempre, nel bene e nel male un 83% di italiani che non hanno votato per lui e per la sua Lega. Lega che continua a sperare in un Vesuvio che erutti presto e che come ministro non ha ancora firmato nulla se non le autorizzazioni agli sbarchi di oltre 3000 immigrati  arrivati sulle nostre coste dalle decisioni volutamente elettorali dell’Aquarius.

Debole è il ministro che deve appellarsi a tutto ciò che covava nella pancia di alcuni italiani e ora ha libero sfogo ed esce allo scoperto. Ma, come tutte le scelte politiche avventate che abbiamo visto negli ultimi decenni, il razzismo latente che Salvini fomenta gli si ritorcerà contro nel momento in cui diverrà problema di ordine pubblico (le “genti  italiane” stanno scendendo in strada con il fucile per sparare al neger) e ci saranno scontri etnici, razziali, di quartiere e condominiali.

Impegno, presenza e partecipazione

Il libero pensiero è altro. Spero che non ci si debba schierare con l’uno o con l’altro sperando nella morte del nemico.

Spero che la ragione faccia capire che i due personaggi sono oramai da accantonare e lasciarli parlare da soli, in un duetto sordo a qualsiasi ragione che non sia la loro. Gonfi del proprio ego, scoppino di tracotanza e presunzione che li contraddistingue e li ha sempre animati. Diamo spazio e facciamo di tutto per dar  voce a chi di questa politica ne ha le tasche piene, non ai millantatori, non ai finti rivoluzionari, ma a coloro che formatisi per amministrare il bene pubblico lo facciano con rigore e prima di tutto rispetto per coloro che amministreranno. Non è chiedere molto, il molto è costruire queste  prerogative e ciò richiede impegno, presenza e partecipazione. Ce la si potrebbe anche fare.

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