Dopo due stagioni interlocutorie, la fiducia e il lavoro di Ancelotti possono aiutare a definire la reale dimensione di Diawara.
Un giocatore da plasmare
Nella guida al Napoli di Ancelotti, pubblicata qualche giorno prima all’assunzione ufficiale del tecnico di Reggiolo da parte di De Laurentiis, Alfonso Fasano e Charlie Repetto immaginavano già il rapporto di lavoro tra Carletto e Amadou Diawara:
È un uomo perfetto, per Ancelotti e di Ancelotti. Ha doti incredibili ma è ancora tutto da plasmare, sa giocare con naturalezza all’interno di un sistema ma con la stessa spontaneità crea e interpreta situazioni diversificate.
Amadou è un giocatore ancora multiforme, ancora adattabile, versatile perché potenzialmente in grado di giocare in molti modi. E allora Ancelotti potrebbe razionalizzarlo e responsabilizzarlo, potrebbe individuare e creare il contesto migliore per valorizzare il suo talento.
La lezione individuale
Uno dei pezzi più letti di questi nostri primi giorni a Dimaro è quello sulla lezione individuale di Ancelotti a Diawara. Quindici minuti o giù di lì a centrocampo, a studiare il modo di servire i compagni con palloni tesi, sul corto e sul lungo. Segno e segnale di un’attenzione forte, da parte del tecnico, al centrocampista guineano.
Che oggi, sembra incredibile, ma ha superato la soglia dei 21 anni. È alla terza stagione al Napoli, eppure ha solo 21 anni, ancora 21 anni. Per declinare la cosa dal punto di vista regolamentare: sarà un Under in questa stagione e pure nella prossima, anzi diventerà un calciatore prodotto nel vivaio del Napoli, anche se in realtà non è proprio così.
Una stagione fondamentale
Per tutte queste sensazioni, il compleanno di oggi è diverso, per il giovane Amadou. Apre la finestra su una stagione che sarà fondamentale, per lui. Per la sua crescita, per definire la sua dimensione dopo due stagioni interlocutorie, una da wonderkid e una da sacrificato sull’altare dei titolarissimi. La concorrenza con Hamsik sarà tecnica e soprattutto mentale, ma noi crediamo che Amadou parta più avanti rispetto a Marek, per l’abitudine alle dinamiche del ruolo e per l’aderenza – potenziale – al gioco di Ancelotti. Non a caso, il Napoli ha pensato di cedere Jorginho, non Diawara. Per motivazioni tattiche, non economiche, basti pensare alle voci circolate durante l’ultima stagione.
Ancelotti ha parlato e si sta comportando in modo chiaro, crede molto in Diawara, il lavoro per trasformare Hamsik in regista davanti alla difesa va e andrà in parallelo rispetto alla formazione e al lancio definitivo di Amadou. La sensazione è che l’esito e il giudizio di questa stagione saranno “definitivi” rispetto alla sua figura, alla sua percezione come campione. Ancora potenziale, quindi ancora da verificare. A 21 anni appena compiuti c’è tutto il tempo, ma è sempre meglio fare presto.