Una bella esercitazione tattica sul campo di Carciato, un’opportunità in più per capire come giocherà il Napoli: i principi del passato, declinati in maniera diversa.
Esercitazioni tattiche
Ci sono delle occasioni in cui un’esercitazione tattica in un ritiro precampionato, una cosa che potrebbe sembrare insignificante, diventa una specie di manifesto. Un manifesto programmatico. Ancelotti ha iniziato la seduta dopo l’arrivo di De Laurentiis sul campo di Carciato, che abbiamo raccontato qui.
Poi, dopo un po’ di attivazione, è iniziato il lavoro vero sul campo. E abbiamo visto un po’ di cose interessanti, perché Ancelotti ha diviso il campo in due per creare due spazi in cui far allenare i giocatori offensivi e quelli difensivi alla transizione. Per chiarire il significato del termine, rimandiamo a un articolo dell’Ultimo Uomo (qui), che spiega anche la differenziazione tra situazione positiva e negativa: «La definizione di transizione identifica i momenti immediatamente successivi alla riconquista o alla perdita del pallone: in caso di riconquista si parla di transizione positiva (dalla fase difensiva a quella offensiva); in caso di perdita del pallone, invece, si parla di transizione negativa (dalla fase offensiva a quella difensiva)».
Ecco, oggi Ancelotti ha lavorato su questi punti, schierando i reparti in situazione di squilibrio, quindi per una situazione di transizione (negativa per la difesa, positiva per chi attacca).
Come giocherà il Napoli
Da qui si può partire per ricostruire il sotfware di gioco del prossimo Napoli. Intanto, Ancelotti sta allenando i suoi registi (Diawara ed Hamsik) ad una situazione di scompenso a centrocampo, quindi vuol dire che vorrà attaccare con molti uomini, sicuramente i due interni di centrocampo e il tridente offensivo. Poi c’è la questione della difesa: l’atteggiamento della linea visto oggi sul campo di Carciato è stato misto, ibrido, il baricentro è alto ma l’aggressività del pressing è selettiva, nel senso di “variabile” in base alla situazione. È il talento dei calciatori, la loro facoltà di scelta, che viene strutturato all’interno di un sistema ma può anche andare oltre.
Tornando all’esercizio visto oggi: Hamsik o Diawara più i quattro difensori, contro cinque calciatori in attacco che avevano il compito di fare gol, semplicemente. Un modo per abituare i due registi (designati) a leggere il gioco difensivo, a supportare un momento di inferiorità numerica. Un modo per dare ad Hamsik altri strumenti per comprendere le sue nuove attribuzioni.
Certo, in questo modo anche gli attaccanti hanno svolto un’attività preparatoria. Anche il Napoli di Sarri sfruttava le fasi di recupero palla, era una squadra che diventava pericolosa quando riusciva a verticalizzare quando gli avversari si scoprivano. Ecco, oggi abbiamo visto lo stesso codice declinato su situazioni diverse. Tipo la presenza degli esterni offensivi nei mezzi spazi, una cosa di cui abbiamo già parlato. E la sovrapposizione esterna delle mezzali, un altro meccanismo visto nell’ultimo triennio.
Conclusioni
Ogni giorno stiamo leggendo un nuovo capitolo nella teoria tattica del nuovo Napoli. Sarà una squadra leggermente diversa, più verticale se vogliamo, ma in ogni caso si baserà su principi chiari, ereditati da Sarri ma modificati in base alle idee di Ancelotti. Probabilmente, risultati alla mano, è la miglior garanzia possibile per il futuro di questa squadra. Lo stesso tecnico di Reggiolo ci aveva anticipato questo modello, e sembrava davvero convinto della buona chimica tra queste idee e le qualità dell’organico. Sono dei buoni presupposti.