Il tecnico di Reggiolo ha definito Di Maria come «la chiave tattica del mio Real Madrid campione d’Europa». Per il Napoli è un affare suggestivo e possibile.
Un grande amore
In un’intervista a El Pais, rilasciata durante il suo periodo da tecnico al Bayern Monaco, Ancelotti ha parlato così del suo rapporto con Angel Di Maria a Madrid: «È stato l’uomo chiave della vittoria in Champions nel 2014». Sembra passata un’eternità, in realtà è proprio così. Quell’anno, il Real ruppe il sortilegio della Decima battendo in finale l’Atletico Madrid. Oggi conta tredici vittorie, dopo le ultime tre. Ma questa è un’altra storia.
L’introduzione serve a capire quale sarebbe il peso di Angel Di Maria nell’economia di squadra del Napoli. Del Napoli di Ancelotti, of course. El Fideo è l’ultimo nome della girandola di mercato colorata d’azzurro, ed è probabilmente uno dei più realistici.
Un’operazione possibile
Iniziamo dalle condizioni contrattuali: Di Maria è in scadenza nel 2019, è un calciatore di 30 anni (è nato esattamente un anno dopo Cavani, il 14 febbraio 1988) e guadagna circa 7-8 milioni netti a stagione. Il solo anno di contratto rimasto è una condizione favore del Napoli, che potrebbe offrirgli un triennale-quadriennale a cifre più basse. Il famoso concetto dello “stipendio spalmabile”. A quel punto, ci sarebbe da capire quanto vuole/vorrebbe incassare il Psg, un club che potrebbe essere costretta a vendere dal Fair Play Finanziario. E che comunque non considera Di Maria un intoccabile, date le 26 partite da titolare in stagione in Ligue 1 e la sola, unica partita da titolare in Champions League.
Il punto è proprio questo: Di Maria è chiuso, letteralmente, da Neymar, Mbappé, Draxler e compagnia. Almeno fino all’ultima stagione, l’argentino era visto e percepito dal tecnico Emery come un esterno d’attacco, non come un giocatore liquido secondo la visione di Ancelotti. Torniamo all’inizio del pezzo: la chiave tattica del Real Madrid 2013/2014 fu lo spostamento di Di Maria nel ruolo di mezzala, secondo un’interpretazione ibrida, fluida e moderna del ruolo. Un cambio decisivo nell’economia del gioco della squadra blanca.
La collocazione tattica
Ora non sappiamo Tuchel come “vede” Di Maria. Se è iscritto al partito di Emery, per cui Di Maria è solamente un esterno offensivo, oppure concorda con Ancelotti e potrebbe interpretare El Fideo come interno. Al di là di questo, c’è una gerarchia precisa nella rosa del Psg, ed è un discorso economico e mediatico prima che tecnico: Neymar e Mbappé sono i primi riferimenti, il tecnico dovrà lavorare per valorizzare il loro gioco. Difficile, quindi, che Di Maria possa riemergere come titolare inamovibile, a meno di rivoluzioni clamorose.
Il Napoli potrebbe approfittare di questa situazione e della condizione contrattuale del calciatore per piazzare un colpo che cambierebbe di molto l’anatomia della rosa di Ancelotti. Intanto, perché l’arrivo dell’argentino sarebbe prodromico a una cessione (Callejon? Mertens?); e poi perché porterebbe in organico un altro calciatore dal ruolo fluido, in grado di interpretare molti ruoli nel nuovo modulo 4-x-x su cui lavorerà l’allenatore di Reggiolo. Di Maria potrebbe essere schierato da esterno d’attacco puro, da mezzala (come a Madrid), da trequartista alle spalle di una o due punte. Sarebbe una sorta di compensatore tattico di Zielinski e Fabian Ruiz per il centrocampo, potrebbe sostituire Verdi e Insigne nel loro slot e con diverse caratteristiche.
L’ìmpatto dell’operazione
Insomma, sarebbe un acquisto perfettamente in linea con la costruzione in corso di un Napoli nuovo, diverso, meno sistemico. E poi, sarebbe anche una questione di dimensione, di impatto: non siamo ai livelli di Cristiano Ronaldo, ma parliamo comunque di un calciatore che ha vinto da protagonista assoluto una Champions League; che ha giocato nel Real Madrid, nel Manchester United, nel Paris Saint-Germain; che ha indossato 97 volte la maglia dell’Argentina e conta 90 match europei per club.
Insomma, un profilo cui il Napoli non si è quasi mai avvicinato nel corso della sua storia. Che uscirebbe fuori dal target anagrafico del club, ma inietterebbe entusiasmo e riconoscibilità ed esperienza all’ambiente. Magari non avremmo un effetto-Cavani sui tifosi, ma di certo Di Maria è uno che accende la fantasia. La sua, innanzitutto, per il suo modo di giocare. E quella di chi lo guarda, e di chi lo immagina oggi come un obiettivo che è diventato “possibile”.