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Insigne: «Ancelotti dà serenità, anche al presidente. CR7? Vedremo, la Serie A è tosta»

Bella intervista alla Gazzetta dello Sport: «Quando si parla di top player, si sottovaluta la forza del Napoli. Mi dispiace che i miei figli non possono giocare in strada»

Insigne: «Ancelotti dà serenità, anche al presidente. CR7? Vedremo, la Serie A è tosta»

Cristiano Ronaldo

Bella intervista della Gazzetta dello Sport a Lorenzo Insigne, a firma Maurizio Nicita. Conversazione che tocca vari aspetti, calcistici e non.

Il suo rapporto con la tifoseria che da lui pretende sempre qualcosa in più, quel gesto al pubblico che rumoreggiava in Napoli-Chievo mentre si era sullo 0-1: «Lì c’era anche rabbia. Perché i tifosi hanno diritto di contestare, ma un attimo dopo il fischio finale».

Ne ha anche per Cristiano Ronaldo: «Benvenuto a lui ma sono curioso di vedere come si adatterà al nostro campionato. Non potrà vincere le partite da solo. Per come intendo il calcio, preferisco Messi. Vedremo in un torneo lungo, le difese italiane sono fortissime. A noi due anni fa, in Champions, non è riuscito a far gol».

Ancelotti

«Mi ha colpito la semplicità dei gesti. Fa la doccia con noi, approfitta di ogni momento nello spogliatoio o a tavola per dialogare, far gruppo. Per esempio ha “costretto” i nuovi a salire su una sedia e cantare. E lui accanto, a condividere ogni cosa. Pure il presidente è più sereno da quando c’è lui. È il nostro miglior acquisto».

Ovviamente non dimentica Sarri: «Quello che abbiamo realizzato grazie a lui negli ultimi tre anni rimane indelebile. Dobbiamo solo ringraziarlo per ciò che ci ha insegnato del calcio. Tempi e movimenti che ha saputo darci in campo restano eccellenza. Per certi versi, con i dovuti distinguo, stiamo rivivendo sensazioni simili nel passaggio da Mazzarri a Benitez».

Il mercato

«Non mi dà fastidio quando si parla di top player. La società e il tecnico sapranno dove e come rinforzare questa squadra. Mi spiace solo che così parlando si dimentica le cose fatte negli ultimi anni. Non dimenticate che questo gruppo è fortissimo e ha già fatto bene».

E a proposito di mercato, il passaggio sul suo nuovo agente Mino Raiola: «Raiola sposta solo i giocatori che gli chiedono di an­ dar via. Non agisce di testa pro­pria».

Infine quella serata a Firenze, in albergo: «Basta parlarne. Dobbiamo far esperienza e diventare più forti delle avversità, saper reagire psi­cologicamente senza abbatterci. Ancelotti ci sta aiutando molto anche nel crescere come menta­lità».

Il rapporto con la città

Insigne parla anche del suo rapporto con la città: «Quando ne ho la possibilità, vado a parlare ai giovani della Sa­nità e di altri quartieri a rischio. Io sono uno di loro che ce l’ha fatta. Ricordo i sacrifici fatti da mio padre in una famiglia nume­rosa, povera e onesta. Si può sempre emergere se si insegue un sogno».

E ancora quando rivela di non aver mai visto Spaccanapoli: «È vero. La zona dei Tribunali proprio non la conosco. Mi dispiace soprattutto per Carmine e Cristian, i miei figli. Non possono nemmeno giocare in strada come facevo io da piccolo, perché sono i figli di Insigne. Ma appena posso con Jenny li portiamo a mangiare una bella pizza al lungomare. Sappiamo che è così e ci siamo abituati. A me piace il contatto con la gente, Napoli ti abbraccia e ti avvolge».

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