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La rivoluzione dolce di Ancelotti: pressing meno furente

Il report della seduta pomeridiana: una partitella che conferma le indicazioni del tecnico, il Napoli cambierà ma non ci saranno rivoluzioni.

La rivoluzione dolce di Ancelotti: pressing meno furente

La partitella

La seduta d’allenamento pomeridiana è tutta nel racconto della partitella bianchi contro neri iniziata dopo 25′ di attivazione. Si gioca nello spazio tra le due trequarti campo, soprattutto si gioca 4-3-3 contro 4-3-3. A due tocchi. Con Diawara ed Hamsik nello slot di centromediano per le due squadre. Insomma, le indicazioni date e/o espresse da Ancelotti nel lavoro della mattinata e in conferenza stampa, un Napoli integrato rispetto all’era-Sarri più che una squadra rivoluzionata.

Le sensazioni rispetto al gioco sono chiare: spazi stretti, velocità, due tocchi. Ma anche una diversa intensità nel pressing per la squadra che difende. Chiariamoci: nessun passaggio a una fase passiva statica o posizionale, piuttosto un’aggressività meno furente nei confronti del portatore. Più che un attacco immediato sull’uomo avversario, i giocatori del Napoli sembrano muoversi in direzione del pallone e poi scegliere come contenere, in base alla situazione.

Sono le idee espresse da Ancelotti che prendono vita: ripartire da concetti già assimilati, interiorizzati dalla squadra, e poi aggiungere qualcosa di suo, di nuovo, di diverso. E, soprattutto, mettere la qualità dei calciatori al centro del villaggio. Anche l’individualità della condotta difensiva è un sintomo della qualità, una delle frasi più famose di Robert De Niro è “The talent is in the choice”. E Ancelotti sembra credere molto nel talento di questa squadra, di questi calciatori.

Aprire il campo

La seduta continua con una partita attacco contro difesa, ad una sola porta in una metà campo. O meglio: due squadre complete, una attacca e l’altra difende, provando ad uscire dal pressing avversario. È il gioco del Napoli in miniatura, ci sono i nuovi acquisti Fabian Ruiz, Ciciretti e Verdi nella squadra vestita di nero. Una delle situazioni più ricorrenti è il cambio di gioco, Hamsik è ancora schierato come centrocampista centrale, e sono due cose che abbiamo scritto in fila non a caso. Lo slovacco nello slot di Jorginho deve creare situazioni di questo tipo, serve a variare il gioco di passaggi necessari a costruire la manovra offensiva. Serve ad aprire il campo.

La brutta notizia del pomeriggio è il colpo subito da Meret in uno scontro con il giovane Mezzoni. Ghiaccio sulla mano e uscita dal campo per il 21enne portiere azzurro sostituito da Karnezis nel suo ruolo di unico estremo difensore dell’esercitazione. Anche nella partitella attacco-difesa, il Napoli opera un pressing alto eppure posizionale, e poi prova a spostare il gioco da una fascia all’altra una volta recuperata palla.

Due concetti saltano all’occhio in maniera ripetuta, durante il gioco: l’isolamento degli esterni bassi per costruire il lato debole e il gioco nei mezzi spazi dei laterali d’attacco quando è impossibile aprire il gioco. Il secondo è stato un concetto esplorato da Sarri con Insigne, il primo è una conseguenza diretta del juego de posicion che l’ultimo Napoli sfruttava meno di quanto abbiamo visto in queste prime ore di lavoro a Dimaro. Qualcosa sta cambiando, ma è una rivoluzione dolce.

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