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Il Milan di Kakà e Ronaldinho: l’ultima stagione di Ancelotti in Serie A

Nove anni dopo, Carletto torna in Italia: nel 2009 guidava un Milan stanco, a fine ciclo, con i due brasiliani (più Pato), Beckham e l’ultimo Maldini.

Il Milan di Kakà e Ronaldinho: l’ultima stagione di Ancelotti in Serie A

Prima di emigrare

Carlo Ancelotti torna in Serie A. Con il Napoli. L’ultima volta in Italia del più vincente tecnico italiano dell’ultimo decennio risale alla stagione 2008/2009, non proprio indimenticabile in verità. Era un Milan stanco, ormai a fine corsa dopo anni di trionfi, prima Leonardo e poi Allegri avrebbero dato vita all’ultimo mini-ciclo di Berlusconi nelle due stagioni successive.

Ripercorrendo quella stagione, si individuano le grandi differenze con la Serie A di oggi. Intanto, il Milan inizia il campionato con lo stemma della squadra Campione del Mondo sul petto, dopo il successo nel Mondiale per Club 2017. Allo stesso tempo, però, Ancelotti non si è qualificato alla Champions League, e la colpa è del Napoli: l’11 maggio del 2008, la squadra di Reja ha distrutto i rossoneri al San Paolo per 3-1, consegnando letteralmente il quarto posto alla Fiorentina.

La depressione per la mancata qualificazione (è la prima volta che Ancelotti resta fuori dai primi quattro posti da quando siede sulla panchina rossonera) è “mitigata” dal mercato estivo, che porta in dote il nome grosso: Ronaldinho de Assis. Il fenomeno brasiliano lascia il Barcellona (che nel frattempo ha scelto Guardiola per il post-Rijkaard) ed è approdato a San Siro da stella riconosciuta. Giocherà accanto a Kakà, Pato, Pirlo, Borriello (reduce dal titolo di capocannoniere vinto col Genoa) e Shevchenko, un’operazione-nostalgia in prestito dal Chelsea. È una squadra potenzialmente fortissima ma ancora legata ai suoi grandi vecchi: Maldini e Nesta in difesa, Gattuso a centrocampo, Dida in porta, a volte Inzaghi in attacco. Come detto prima, il Milan è una squadra a fine ciclo. A fine anno, per dire, Maldini lascerà il calcio giocato.

Inizio a rilento

L’inizio è da squadra stanca, il finale sarà da squadra stanca. Ancelotti insiste sui suoi uomini e i suoi principi, arriva al terzo posto dopo un’annata con pochi lampi. I due match iniziali portano ad altrettante sconfitte, contro Bologna (a San Siro) e Genoa (a Marassi); poi, tre vittorie consecutive e la prima rete di Ronaldinho, di testa, nel derby vinto contro l’Inter di Mourinho. Un successo storico, se vogliamo, l’Inter è la squadra più forte, vince ininterrottamente il titolo da due stagioni ed è destinata al Triplete del 2010. Il brasiliano sarà decisivo anche contro il Napoli, nel successo per 1-0 a San Siro. Sono gli ultimi vagiti azzurri di Reja.

In realtà è un’autorete di Denis

Il Milan passa il primo turno in Coppa Uefa (dall’anno successivo si chiamerà Europa League), poi il cervellotico girone a cinque squadre (ma con match di sola andata) e infine viene battuto dal Werder Brema a febbraio, per i 16esimi di finale. È il Werder Brema ad eliminare Ancelotti, con due pareggi: 1-1 in Germania e 2-2 a San Siro, con doppietta di Claudio Pizarro. Il peruviano, oggi, va per  i 40 anni. Ed è appena tornato al Werder Brema. Per la quarta volta.

Una sferzata di entusiasmo arriva grazie a David Beckham, che si trasferisce in prestito per mantenere la condizione durante la pausa della Mls. Esperienza molto positiva, 18 partite e due gol in campionato come mezzala, accanto a Pirlo e Gattuso. Un’altra piccola grande rivoluzione pensata da Ancelotti. Negli stessi giorni, Kakà rifiuta di passare al Manchester City, una delle trattative più mediatiche nella storia del calcio. Berlusconi chiama in diretta il Processo di Biscardi per dare la notizia della permanenza del brasiliano.

Il finale di stagione è lineare: il Milan pareggia a Napoli (la squadra è passata a Donadoni), consolida il piazzamento Champions e chiude al terzo posto dopo un successo per 2-0 a Firenze. I punti di distacco dall’Inter sono 10, quelli dal Genoa quinto sono 6. Ancelotti va al Chelsea, in Italia ha vinto tutto, ha vinto più volte. Il suo Milan andrà smembrandosi, pochi giorni e Kakà passerà al Real Madrid. Al posto di Carletto, ecco Leonardo.

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